Il 1° gennaio è entrata in vigore una riforma che doveva rappresentare una svolta significativa per i lavoratori con disabilità ma la situazione sembra destinata a non risolversi rapidamente senza polemiche e difficoltà. In sostanza, le piccole imprese, con in organico almeno 15 dipendenti, ad oggi hanno l'obbligo di assunzione di personale con disabilità e nonostante la nuova normativa sia stata introdotta con alcuni mesi di ritardo, diverse aziende al momento ancora la ignorano mentre altre hanno già dichiarato l'intenzione di non rispettarla.

La resistenza degli imprenditori

La reazione di molti imprenditori non può che sconcertare. Per adeguarsi alla nuova disciplina, infatti, si ha tempo fino all'inizio del mese di marzo, termine dopo il quale avranno inizio le sanzioni. E benché le multe, ammontando a oltre 150 euro per ogni giorno in cui non verrà messo all'opera un lavoratore con disabilità, di fatto rappresenteranno un costo superiore a quello generato dall'assunzione, in tanti hanno dichiarato di preferire il pagamento delle sanzioni, come rivelato da un impiegato che presta servizio presso l'Ufficio provinciale del lavoro della Capitale.

Aziende contro lavoratori

Secondo Confindustria, nonostante le persone con disabilità abbiano il pieno diritto di inserimento all'interno del mondo del lavoro, è scorretto riversare interamente il peso di queste assunzioni sulle aziende. Fondamentalmente l'organizzazione di industriali ritiene che il collocamento obbligatorio contraddica in maniera palese il principio base del collocamento mirato. Anche Luca Sanlorenzo, direttore generale dell'Associazione piccole e medie imprese di Torino, ha affermato che sia fondamentale inserire nelle aziende le figure più adatte e non tramutare il diritto al lavoro di chi ha una disabilità in un costo che vada a gravare esclusivamente sulle imprese. Dal canto loro, logicamente i lavoratori si ritrovano a combattere dall'altra parte della barricata.

Pensiamo ad esempio al 40enne Gianni Del Vescovo, che utilizza una carrozzina in seguito ad un incidente in moto e malgrado abbia conseguito una laurea magistrale in ingegneria, si ritrova ad essere disoccupato ed è convinto che nel nostro Paese occorra abbattere l'idea che i lavoratori con disabilità non siano un peso, bensì una risorsa. A questo punto, c'è da chiedersi se potrà mai vedere la luce l'obiettivo auspicato da Gigi Petteni della segreteria nazionale della Cisl, ossia che le imprese inizino a percepire più fortemente la loro grande responsibilità sociale piuttosto che i vincoli legali.