La Naspi , cioè l’indennità di disoccupazione Inps, spetta a tutti i lavoratori dipendenti nel momento in cui perdono involontariamente il lavoro. Tutti i lavoratori dicevamo, perché la Naspi è fruibile anche dai lavoratori domestici, a partire da colf e badanti. Rispetto agli altri lavoratori, però, data la natura particolare del lavoro domestico, sono state previste regole diverse per quanto riguarda il calcolo dei giorni lavorati e la relativa contribuzione.

Per tutto il resto valgono le stesse regole applicate alla generalità dei lavoratori.

Requisiti

Per un domestico i requisiti per beneficiare dell’indennità di disoccupazione Inps sono principalmente due, cioè:

  • stato di disoccupazione involontaria cioè perdita del lavoro da licenziamento, scadenza contratto, o dimissioni per giusta causa.
  • Periodi di lavoro minimo di 13 settimane nei 4 anni precedenti la perdita del lavoro e almeno 30 giorni di lavoro nei 12 mesi che precedono la domanda.

Per calcolare quanto si andrà a percepire di disoccupazione, il periodo di riferimento è sempre il quadriennio precedente.

Infatti, l’importo della Naspi fuoriesce in primo luogo dalla somma di tutte le retribuzioni percepite negli ultimi 4 anni. Tale somma poi va divisa per le settimane lavorate sempre nel quadriennio e moltiplicate per un coefficiente fissato anche nel 2018 a 4,33. La Naspi si percepisce per la metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni e per un importo che non può essere superiore a 1.300 euro al mese. In linea generale la Naspi si percepisce in misura pari al 75% del risultato dell’operazione prima descritta.

Guida al calcolo

  • Lavoro frammentario, senza orari precisi e spesso presso più datori di lavoro sono caratteristiche che differenziano la tipologia di lavoro di una badante o di una colf dalle altre ed anche in sede di fruizione della Naspi. Anche se ultimamente, le nuove regole del CCNL collettivo aggiornato ad inizio 2018 e numerose sentenze della Cassazione stanno portando una certa regolamentazione circa l’orario di lavoro della badante (basti pensare alla sentenza sulle 11 ore di riposo giornaliero consecutive) le differenze sono ancora tante. Il legislatore per ovviare a queste evidenti problematiche strettamente legate alla tipologia di lavoro ha provveduto a emanare delle regole precise su cui basarsi quando ci si trova a dover calcolare le effettive ore di lavoro in questo settore. Per l’accredito di una settimana di lavoro utile ai fini contribuitivi, sia per la Naspi che per la futura pensione, bisogna che nella stessa settimana risultino lavorate almeno 24 ore. è richiesto che siano state lavorate almeno 24 ore, anche se svolte presso due o più datori di lavoro. Le regole di calcolo prevedono poi il sistema del trimestre solare, fattore che consente di raggiungere le 13 settimane utili all’anzianità contributiva in sede di Naspi, con 312 ore di lavoro effettive. Allo steso modo per completare le 30 giornate di lavoro nell’anno precedente occorre aver lavorato per 5 settimane.
  • Se fino a qui le regole sono le medesime che si applicano nel mondo del lavoro, così come predisposte dall’apparato normativo della Naspi stessa, come detto prima, cambia tutto per quanto concerne il calcolo delle giornate e settimane di lavoro necessarie, cioè le 13 settimane nei 4 anni precedenti e le 30 giornate nei 12 mesi antecedenti.