La bufera dei giorni scorsi dei falsi titoli del personale Ata nella regione Veneto ha indignato troppe persone. Profondamente indignata è l'assessore all'istruzione della regione Veneto Elena Donazzan, che ha dichiarato che il grave fatto non accadrebbe se ci fosse l'autonomia "visto che i concorsi sarebbero stati verificati dalla Regione, con titolo alla mano, e non certo con semplici autocertificazioni“.
Al momento si stanno effettuando numerose operazioni di controllo di titoli presentati da un gruppo di collaboratori scolastici e assistenti amministrativi provenienti dalla Campania. L'assessore non ci sta ed ha chiesto, così come riportato dalla Stampa, accertamenti a tappeto nelle scuole venete”.
Veneto, il caso dei bidelli della Campania: vinto il concorso, spariscono i diplomi
Tutta la bufera dei falsi diplomi è nata a seguito della segnalazione di una Scuola del comune di Garda, dove dall'analisi dei diplomi si sono riscontrate evidenti anomalie di conseguimento e di votazioni. Infatti, i diplomi analizzati erano stati conseguiti tutti in scuole paritarie della regione Campania e con votazioni alte.
Insomma, tutti in possesso di diplomi fasulli, conseguiti in veri e propri "diplomifici" che dietro compenso economico rilasciano titoli per risalire subito le graduatorie. Il caso dei "falsi diplomi" del resto non è nuovo: qualche mese fa ad Agrigento, i magistrati hanno disposto il sequestro preventivo d’urgenza di 22 diplomi di scuola media superiore, ed hanno iscritto 110 persone fra dirigenti scolastici, insegnanti e personale di segreteria, nel registro degli indagati. Quella costituita in Sicilia era una vera e propria organizzazione a delinquere dove ognuno aveva un ruolo ben preciso nella vendita dei diplomi. Il costo di un diploma taroccato si aggirava intorno ai 10 mila euro, un'operazione che ha permesso di incassare molto denaro "sporco".
Inoltre, la settimana scorsa la Procura di Napoli aveva fatto richiesta degli attestati incriminati ma pochi giorni dopo questa richiesta è partito l'incendio, al provveditorato di Salerno, dove erano tenuti verbali e registri. Il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti avrebbe già avviato un giro di ispezioni in scuole paritarie (la galassia delle scuole paritarie secondarie di secondo grado è composta da 1710 istituti) segnalate dalle organizzazioni sindacali.