Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 15 dicembre vedono proseguire il difficile momento di stallo interno all'esecutivo in merito alla necessità di reperire altri 4 o 5 miliardi di euro per evitare l'avvio della procedura d'infrazione UE. Nel frattempo emergono nuove critiche dai tecnici in merito all'impostazione delle uscite anticipate tramite quota 100 e delle altre riforme del settore previdenziale nella Manovra, mentre dal Cods si torna ad evidenziare la necessità di rilanciare la flessibilità in uscita dal lavoro per le donne.

Manovra 2019, su pensioni o reddito di cittadinanza è rebus sui 4-5 miliardi richiesti dall'UE

La coperta appare troppo corta per riuscire a tagliare altri 4 o 5 miliardi di euro sul reddito di cittadinanza o sulle nuove pensioni anticipate tramite la quota 100. È questo il rebus che il Governo giallo-verde si trova a dover risolvere nelle prossime ore e comunque entro il 19 dicembre 2018, data nella quale la Commissione UE dovrà decidere se avviare la procedura d'infrazione contro l'Italia. Il problema ovviamente riguarda l'indisponibilità dei due partiti di maggioranza ad operare nuovi tagli dopo le rinunce già effettuate per far scendere il rapporto tra deficit e Pil al 2,04% rispetto all'iniziale soglia del 2,4% indicata all'interno della legge di bilancio 2019.

Un percorso reso ancora più arduo dalle promesse fatte in campagna elettorale e dalle prese di posizione giunte nelle scorse settimane, quando si è scelto di adottare la linea più intransigente nella trattativa con Bruxelles. L'esecutivo sembra ora ostaggio delle proprie promesse, che ormai sembrano determinanti nel mantenere la situazione di stallo.

Mentre nessuno al momento sa ipotizzare in che modo risolvere la questione, salvo che Lega o M5S decidano entrambe di fare un inaspettato quanto indispensabile passo indietro.

Di Maio (M5S): dal taglio alle pensioni d'oro 1 miliardo di risorse

Nel frattempo dal Movimento 5 Stelle prosegue la battaglia contro le pensioni d'oro, tanto che un nuovo emendamento presentato in Senato dal Capogruppo Stefano Patuanelli ha previsto un taglio quinquennale dal 10% al 40%.

Dal taglio sono escluse le pensioni il cui calcolo è stato eseguito totalmente tramite il sistema contributivo, mentre per gli altri assegni viene applicato un sistema a fasce che va dal 10% per gli importi superiori alle 90mila euro fino ad arrivare al 40% per chi supera i 500mila euro. L'obiettivo è di recuperare circa 1 miliardo di euro, da destinare al sostegno delle nuove riforme. Un'ipotesi che però ha visto la contrarietà della Cida, la Confederazione dei dirigenti privati e pubblici. "Di fronte a un emendamento alla Legge di Bilancio che equivale a uno scippo malamente camuffato da contributo di solidarietà non possiamo rimanere inerti", ha spiegato il Presidente Giorgio Ambrogioni. "Dobbiamo protestare duramente e portare alla Corte costituzionale" un provvedimento "che nasce male, che è frutto di speculazioni ideologiche, di rancori personali, di invidia sociale portata a metodo di governo", ha concluso il rappresentante dei pensionati.

Boeri (Inps): su quota 100 mezze verità

Nel frattempo anche il Presidente Inps Tito Boeri è tornato a prendere posizione in merito agli interventi di riforma del settore previdenziale previsti all'interno della nuova Manovra. Secondo le ultime dichiarazioni rilasciate alla stampa, "sulle finestre d’uscita per quota 100 si dicono mezze verità e invece è necessaria la massima trasparenza. Mi auguro che qualunque sia la scelta sia improntata alla massima trasparenza nei confronti dei cittadini" ha spiegato l'economista. Ma una dura critica è arrivata anche sul metodo scelto per operare il taglio agli assegni più alti: "Ci è stato chiesto di fare delle simulazioni sulle cosiddette pensioni d'oro, ma ci hanno chiesto di partire dalla cifra da risparmiare, invece che il contrario".

Armiliato (Cods): mobilitazione donne in OdG al Senato

Dal Comitato Opzione Donna Social la fondatrice Orietta Armiliato evidenzia il recente Ordine del Giorno al Senato, nel quale si torna a rinnovare la richiesta di maggiore flessibilità in uscita dal lavoro per le donne ed in particolare la promessa disattesa di "prorogare il regime della cosiddetta "opzione donna", introdotta dall'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n. 243, più volte prorogata dai precedenti Governi". Una misura in grado di rappresentare un'opportunità importante per le donne, anche se al prezzo del ricalcolo contributivo dell'assegno. Ad inviare il file dell'Odg al Cods nel quale viene citato direttamente il Comitato è stato il Senatore Edoardo Patriarca (PD), così come sottolinea la stessa amministratrice del Gruppo.