La riforma delle Pensioni anticipate dal 2022 potrebbe mantenere la quota 100, ma con il ricalcolo contributivo. Una formula di pensionamento anticipato "a pagamento", come lo sono opzione donna e l'anticipo pensionistico volontario. E' da questo presupposto che parte l'analisi del quotidiano Il Foglio per la riforma delle pensioni, con un'avvertenza particolare: le misure pensionistiche dei prossimi anni dovranno essere discusse il prima possibile per evitare che dal 1° gennaio 2022, giorno in cui sarà terminata la sperimentazione delle pensioni a quota 100, migliaia di contribuenti possano trovarsi con un ritardo di uscita di cinque anni.

Ovvero dovranno attendere la pensione di vecchiaia nel 2027 oppure la pensione anticipata al raggiungimento dei 42 anni e dieci mesi di contributi versati.

Pensione anticipata e quota 100: ultime novità di oggi su riforma e ricalcolo come opzione donna

Pertanto, se le pensioni anticipate a quota 100 nel triennio 2019-2021 permetteranno a centinaia di migliaia di lavoratori di andare in pensione all'età di 62 anni e con 38 anni di contributi versati beneficiando di risorse programmate già nella scorsa legge di Bilancio, il termine della sperimentazione, secondo il quotidiano, dovrebbe contenere la novità del ricalcolo contributivo, meno vantaggioso per i lavoratori in uscita, al pari delle lavoratrici che vanno in pensione con l'opzione donna.

Tuttavia, la novità più attesa della riforma delle pensioni prevista per il 2020 e per i prossimi anni è quella di rendere più agevole l'uscita da lavoro di determinate categorie: in questo senso, sul tavolo del Governo si discuterà di potenziare e di rendere strutturale l'anticipo pensionistico Ape social, con alcune ipotesi di uscita a partire dai 62 anni (come per le pensioni a quota 100), ma con 30 anni di contributi versati. Ne beneficerebbero i lavoratori rimasti senza lavoro e con difficoltà a raggiungere i requisiti della riforma Fornero per la pensione di vecchiaia o per le varie formule di pensionamento anticipato, i disabili e chi si prende cura di loro e i lavoratori impiegati in mansioni usuranti o gravose.

Una misura che, dunque, andrebbe più capillarmente incontro alle esigenze di pensione di determinate fasce di lavoratori e di contribuenti.

Pensioni anticipate: riforma di quota 100 con ricalcolo contributivo, flessibilità in uscita

Tuttavia, da oggi al 31 dicembre 2021 saranno ancora centinaia di migliaia i lavoratori che andranno in pensione anticipata con la quota 100. Ma, secondo i calcoli del quotidiano, il numero dovrebbe andare a decrescere progressivamente fino ad arrivare alle 40 o 50 mila uscite del 2021. Tuttavia, nell'analisi della riforma delle pensioni, da più parti si sottolinea come quota 100 si sia dimostrata una misura iniqua e poco incline a favorire i lavoratori più disagiati.

Infatti, oltre ad avvantaggiare gli uomini rispetto alle donne, il meccanismo ha beneficiato di risorse che non sono state stanziate per altre misure sperimentali. L'idea di un ricalcolo contributivo metterebbe di fronte ai lavoratori in uscita la minore convenienza ad andare in pensione con questa misura. E in molti preferirebbero lavorare ancora qualche anno eventualmente ricorrendo ad altri strumenti pensionistici. Più o meno la stessa scelta che devono fare le lavoratrici che vanno in pensione con l'opzione donna: uscendo da lavoro prima dei sessant'anni, infatti, rinunciano a circa un terzo del futuro assegno pensionistico proprio in conseguenza del ricalcolo del mensile con il meccanismo contributivo. Una misura che, in un certo senso, può definirsi "a pagamento", proprio come il quotidiano propone di riformare la quota 100 per la sua sopravvivenza dopo il 31 dicembre 2021.