La fase 2 è ufficialmente partita con le nuove norme anti-Coronavrius emanate il 26 aprile scorso dal premier Giuseppe Conte. Molte attività produttive e non hanno conosciuto un ri-start, ovviamente nel pieno rispetto di regole ben precise per evitare nuovamente la diffusione dei contagi, distanziamento sociale e utilizzo di guanti e mascherine su tutte. Il 4 maggio ha così rappresentato una data spartiacque per parecchie aziende, parecchie ma purtroppo non tutte: è il caso di centri estetici e parrucchieri, due delle categorie maggiormente penalizzate dal nuovo decreto, che ad oggi riapriranno solo a partire dal primo giugno.

Immediate le reazioni da parte dei diretti interessati che chiedono di essere considerati dal Governo Conte.

Riapertura anticipata in alcune regione italiane

Le proteste e le forti richieste di questi giorni - veicolate specialmente tramite social - sembrano aver trovato ascolto. In alcune regioni italiane, stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, parrucchieri e centri estetici potrebbero infatti riaprire a partire già dal 18 maggio, il tutto solo nelle regioni dove non si registrano nuovi contagi come Molise, Basilicata e Umbria o in quelle in cui si è avuto un netto calo dei positivi come Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sardegna e Calabria.

Al momento si tratta comunque di indiscrezioni, nulla di ufficiale è stato deciso.

Un coiffeur di Roma fa ricorso al Tar per l'apertura anticipata della sua attività

Le proteste più forti si sono presentate nel Lazio, dove 50 coiffeur hanno fatto ricorso al Tar per poter riaprire subito e non aspettare fermi un altro mese fino al 1° di giugno. Uno di loro, che ha raccontato la drammatica situazione in cui versa la categoria, è Simone Mancini, 41 anni, titolare da 15 del salone 'Nuovi Talenti'.

Alla fine di questa settimana si attende la sentenza per capire se ci sarà la possibilità di ripartire oppure no. Simone ha spiegato come gestisce egli stesso la sua attività rispettando sempre le direttive.

Ha specificato di utilizzare sempre materiali monouso, di tenere alle regole e alla salute dei suoi clienti e della sua famiglia tanto da non portare avanti neanche un servizio a domicilio che ad oggi sarebbe illegale. Simone ha però raccontato di essere in grande difficoltà economica e di aver anticipato gli stipendi ai suoi dipendenti: 'Non hanno ancora avuto un euro di cassa integrazione, come potevo stare a guardare? Ma così sono già fuori di 40mila euro e al rientro mi aspettano affitto e bollette arretrate e i pagamenti dei nuovi materiali sanitari' ha commento l'imprenditore.

Le nuove norme per ripartire: clienti uno per volta e solo su appuntamento previa misurazione della temperatura

Per poter ripartire bisognerà adottare nuove regole che dovranno essere rispettate meticolosamente dal personale al lavoro e dai clienti. All’interno dei locali sarà così consentito l’accesso ai clienti uno per volta, previo appuntamento: il personale sarà tenuto ad indossare mascherine, guanti e occhiali protettivi e ad ogni fine turno dovrà sanificare il posto di lavoro. Per quanto riguarda i centri estetici sarà invece obbligatorio l’uso di materiale monouso.