Non si ferma lo scandalo Volkswagen: l'EPA (l'agenzia americana che ha individuato il software truffaldino) ha ricevuto da Volkswagen una nuova comunicazione riguardante un secondo software installato sui motori diesel EA189. 

Nuovo software sotto indagine dell'EPA 

"Volkswagen solo recentemente ha fornito all'EPA delle informazioni preliminari su un secondo congegno per controllare le emissioni - ha affermato Nick Conger, il portavoce di EPA - e si sta investigando sulla natura e l'obiettivo di questo dispositivo appena identificato". La casa tedesca ha diramato un comunicato in cui ha spiegato che l'esistenza di questo secondo software (che serve a scaldare il motore) è stato reso noto agli organi di vigilanza USA, ma rischia di far affondare definitivamente l'azienda di Wolfsburg, visto che il nuovo software sarebbe montato anche sui motori turbodiesel da 2.0 litri, che dovrebbero uscire sul mercato il prossimo anno.

La casa tedesca si ritrova con oltre 11 milioni di auto coinvolte e rischia di pagare un prezzo ancora più caro per questo possibile secondo scandalo. Viene da chiedersi come mai abbia aspettato oltre due settimane prima di comunicare l'esistenza di questo secondo software, rischiando un secondo tracollo a poche settimane dal primo.

Gli analisti temono un nuovo tracollo

"Gli investitori sono già traumatizzati da quanto successo finora, resteranno paralizzati nell'apprendere che sui nuovi motori diesel di Volkswagen è montato un software di dubbia natura", hanno riportato alcuni analisti. La casa tedesca per ora ha accantonato 6.5 miliardi per far fronte alle spese, ma rischia di doverne tirare fuori molti di più, sopratutto se si dimostrerà recidiva con questo secondo software.

Il massimale di 18 miliardi di dollari che potrebbe richiedere l'EPA diventa sempre più concreto dopo questa nuova rivelazione, anche se il pericolo più grande per le casse dell'azienda tedesca arriva dalle class action. Sono già oltre 250 ed è facile credere che possano aumentare visto che lo scandalo rischia di allargarsi a macchi d'olio.  Anche in Italia AltroConsumo sta portando avanti una causa e per gli automobilisti italiani potrebbe esserci l'opportunità di un risarcimento.