Non è solo la sportiva due posti più venduta al mondo ma è una roadster che non ha bisogno di tonnellate di cavalli per essere bella da guidare. Mx-5 è la nuova generazione e, nonostante sia cambiata tanto, tutto quello che l'ha resa famosa è rimasto. Un equilibrio tra tradizione e moderno dinamismo con uno stile che in Mazda chiamano Kodo design. La nuova Mx-5 abbandona le linee del passato e abbraccia forme più sinuose e, allo stesso tempo, ben definite ma con le proporzioni e la cappotta intera di sempre; il muso è lungo e discendente, nel frontale spicca la grande presa d'aria sovrastata dai taglienti fari a led.

I muscoli si fanno notare parecchio dietro tra le portiere e i passa ruota dove le nervature non mancano. 

Gli spazi interni

L'essenzialità della nuova MX-5 è una filosofia che invita a lasciare a casa il superfluo e portare con se solo l'indispensabile, anche perché volendo il superfluo proprio non ci sta. Rispetto alla precedente serie la capacità del bagagliaio scende da 150 a 130 litri, ma il vano di carico dalla forma irregolare ora è più lungo di 35 millimetri e più profondo di 36. Il necessario per un week-end ci sta, i ganci aiutano ad ottimizzare lo spazio che comunque non concede errori nella pianificazione dei bagagli.

Se si esclude l'assenza di vani porta oggetti negli sportelli davanti al passeggero nell'abitacolo si recupera coi vani sul tunnel centrale e con quello più capiente in mezzo ai due sedili, oltre a due scomparti dietro agli schienali accessibili solo scendendo dall'auto ma utilissimi per oggetti di medie dimensioni.

La guida 

Lunga 3 metri e 91 ma sopratutto alta 1 metro e 23, questa nuova autovettura fa fatica a farsi rispettare nel traffico per le sue dimensioni però si guida davvero bene grazie anche alla frizione che ha il peso giusto, stacca bene e sopratutto non è pesante e invita ad abusare del cambio manuale a 6 marce. Gli innesti sono precisi, rapidi, veloci anche a fondo corsa ci si dimentica dei progressi fatti dagli automatici di ultima generazione ed è un invito al punto attacco magari da fare alla prima rotonda anche perché la pedaliera sembra essere concepita proprio per questo.