Secondo l'Oms il Coronavirus non è ancora una pandemia, eppure l'ultimo bollettino riporta il numero di 24.324 contagiati e ben 425 decessi complessivi dall'inizio dell'emergenza. Conseguenze si hanno in ogni ambito della sfera civile, politica ed economica dei paesi più esposti, ma il settore automotive sembrava immune da ogni contagio, almeno al di fuori dei confini cinesi.
Invece si apprende la notizia che colpisce la coreana Hyundai, colosso dell'automobile che controlla anche i marchi Kia e Genesis. Per alcuni problemi legati a componenti che non arrivano più dalla Cina, Hyundai ha deciso di fermare la produzione di ben sette impianti ubicati in Corea del Sud. Lo stop dovrebbe protrarsi fino all'11 febbraio, ma potrebbe proseguire nel caso in cui non saranno reperiti fornitori alternativi. I sette impianti in questione rappresentano circa il 40% della forza produttiva del Gruppo Hyundai. Per dare qualche numero di Affari e Finanza, con 7.507.945 veicoli venduti nel mondo nel 2018, Hyundai Group è il quinto costruttore mondiale.
Il Gruppo Hyundai, oltre ai sette poli fermati dal Coronavirus, vanta altri tre poli in Corea de Sud e dieci nel resto del mondo.
Il Coronavirus non ferma le attività europee di Hyundai
Al momento l'emergenza Coronavirus non ha ripercussioni sugli stabilimenti Hyundai in Europa. nel 'vecchio continente' il colosso coreano è proprietaria di uno stabilimento a Nosovice, Repubblica Ceca, dove produce i modelli Tucson, i30 e ix10. A Izmit, Turchia, vengono invece prodotte le Hyundai i10 e i20 destinate all'Europa, mentre nella città di Zilina, in Slovacchia, ci sono le attività dedicate a Kia, con la produzione di Sportage, Stonic, Venga e Cee'd. Dalla Corea arrivano invece i modelli Santa Fe, Ioniq e Kona, che dunque potrebbero subire ritardi nelle consegne anche in Italia.
Le performance di Hyundai in Italia, il Coronavirus non si sente
Il 2020 si è aperto per Hyundai con questi difficili contrattempi produttivi, a fronte di un 2019 che in Italia è stato di poco al ribasso sul fronte consegne. Hyundai ha venduto in Italia 50.359 veicoli nel 2019, il -5,80% rispetto al 2018. Il marchio Kia ha venduto in Italia 47.740 consegne, -0,04% in meno rispetto al 2018. Il primo mese del 2020, gennaio, si è aperto per Hyundai con 3.679 consegne, in aumento del 3,31%, mentre Kia ha totalizzato 4.435 consegne, in calo del -0,52%. Insieme Hyundai e Kia hanno dunque superato Toyota a gennaio in Italia, visto che i giapponesi, riferimento per ogni costruttore in Italia, ha immatricolato 7.554 vetture (-10%).
I coreani però appaiono in ritardo sul mercato delle ibride, che in Italia coinvolge ormai una vettura venduta su dieci. Da ricordare c'è il fatto che Hyundai è alle prese in Europa, in queste settimane, con il lancio della i10, un vero cavallo di battaglia del brand, una sorta di anti Panda che in Italia è molto attesa.
Gli altri costruttori che potrebbero risentire del Coronavirus
Il Coronavirus ha messo in difficoltà i produttori di componenti come Webasto, Bosch e Magneti Marelli, che hanno stabilimenti nel territorio cinese. Ad essi vanno aggiunte le case automobilistiche che hanno una produzione in Cina. Nel corso di gennaio Toyota e Honda hanno ordinato e gestito il rimpatrio di tutti i dipendenti che si trovavano sul suolo cinese.
Anche Psa, che sta perfezionando il matrimonio con Fca, ha evacuato dall'area di Wuhan 38 dipendenti. Ora si teme per gli investimenti che molti costruttori stavano allocando in Cina. In particolare, il costruttore cinese Dongfeng ha joint venture produttive con Renault e General Motors. Geely ha nel suo portafogli prestigiosi marchi europei, come Volvo e Lotus. La stessa Geely è azionista di riferimento del Gruppo Daimler, e nell'ambito di questa collaborazione finanziaria e industriale si è deciso di produrre in Cina la prossima Smart. Vedremo quali di questi progetti saranno ripensati in seguito all'emergenza Coronavirus.