Sono, giuro, allibito nel constatare come praticamente per tutti i media e per tutti i politici o quasi la cosa più sconvolgente di sabato sera sia stata il capo ultrà del Napoli che, a cavalcioni della recinzione, cercava di "gestire" la rabbia di una curva di ventimila persone sconvolte (comprensibilmente) all'idea che uno dei loro fosse stato ucciso.

Non quindi il fatto che un tifoso sia tutt'ora in fin di vita perché, fuori dallo stadio, preso a rivoltellate da un altro tifoso che neppure c'entrava con la partita di quella sera..

Non quindi che questo (l'uso di una pistola) sia, almeno a quanto mi ricordi io, il primo caso in Italia in scontri tra tifosi (bisogna forse risalire a quel famigerato Genoa-Bologna del 1925 con i bolognesi a sparare dal treno ai genoani).

No. La cosa sconvolgente e intollerabile era l'ultrà del Napoli a cavalcioni della recinzione (senza peraltro commettere particolari reati) che discuteva con giocatori e forze dell'ordine.

A me, francamente, la cosa che invece ha lasciato sì decisamente sconvolto è il fatto che adesso vengano usate le pistole.

Negli scontri tra tifoserie, anche tra gli ultrà più puri, duri e irriducibili, non era mai accaduto.

Certo, il tifoso Genny detto "la carogna" con tutta probabilità non è (eufemismo) uno stinco di santo.

Certo non merita pubblici encomi. Certo quella maglietta lì non era (altro eufemismo) un bel vedere. E certo non giurerei che costui solitamente sia animato da pacifiche intenzioni. E certo, dico francamente, mi sembra un personaggio con cui non mi piacerebbe averci in alcun modo a che fare.

Tuttavia, ciò detto, mi pare ci sia una bella differenza tra il mettersi a cavalcioni di una recinzione facendo da "mediatore" tra tifosi e forze dell'ordine (sia pure indossando una maglietta a dir poco sgradevole) e il cercare di ammazzare delle persone a pistolettate.

Nel primo caso, per carità, nessuna medaglia e anzi, se a norma di legge ne sussistono gli estremi, non mi strappo di certo i capelli se a Genny "la carogna" venisse inibito per un po' l'accesso agli stadi.

Ma nel secondo caso, parliamo di un quasi omicidio. Di un quasi assassino pronto a sparare su altri tifosi. Eppure sembra che la cosa più sconvolgente sia stata la prima.

Leggendo i giornali e sentendo i tg sembrava e sembra che le condizioni di salute del gravissimo ferito non interessino neanche più di tanto.

Molto di più, invece, la storia di Genny "la carogna". Davvero....all'incontrario. Forse, si potrebbe ipotizzare che se anziché a Roma (dove sino a ieri le frequenti coltellate - rivoltellate sino a sabato non ancora - erano definite dai tutori dell'ordine (?) "puncicate tra ragazzi"), una pistola fosse stata usata nel resto d'Italia, anche i commenti sarebbero diversi. Ma dato che la pistola è stata usata a Roma, viene quindi, forse, benissimo additare al pubblico scandalo Genny "la carogna" a cavalcioni della recinzione.

O forse perché, oramai, la interruzione di una partita trasmessa in tv viene considerata la colpa più grave tra tutte le colpe (v. Genoa-Siena).

Più di un tentato omicidio. Il sig. Genny detto "la carogna", ripeto, più starà lontano dagli stadi probabilmente meglio sarà per tutti. Ma considerare l'episodio di cui è stato protagonista più grave e sconvolgente (vista l'enfasi e il risalto che se ne dà) rispetto all'utilizzo della pistola da parte di un tifoso (che non doveva neppure essere lì perché non giocava la sua squadra) per cercare di uccidere altri tifosi mi sembra davvero allucinante.