A testimoniare il completo impazzimento di tutto quanto riguarda il mondo del calcio in Italia, non bastava l'ignobile farsa andata in scena sotto il naso delle principali autorità dello Stato durante la finale di Coppa Italia allo stadio Olimpico di Roma; il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha ritenuto opportuno aggiungere del suo rivolgendo un gestaccio verso i tifosi del Toro.

La vicenda

Il fatto è avvenuto durante una manifestazione in memoria della squadra del Grande Torino, di cui cadeva il 65esimo anniversario della scomparsa nella tragedia di Superga.

Doveva essere non solo una commemorazione, ma anche una festa in quanto si annunciava, dopo anni di trattative, l'inizio dei lavori per la ricostruzione del Filadelfia, lo storico stadio teatro dell'invincibile squadra granata.

Le contestazioni sono iniziate non appena il sindaco, notoriamente tifoso juventino, ha messo piede sul palco, dando vita ad un vivace battibecco cui Fassino non si è sottratto, rispondendo anzi per le rime: "Sarò anche uno juventino di m…., come dite, ma sarò io a ricostruire il vostro Filadelfia".

Le contestazioni non si sono fermate e quando, alla fine del suo intervento, il primo cittadino è sceso dal palco, ha mostrato verso i tifosi granato il dito medio alzato.

Intervistato d un quotidiano torinese, Fassino ha, in un primo momento, negato l'episodio ma nulla ha potuto di fronte all'evidenza di un video pubblicato in rete dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Vittorio Bertola, che riprende Fassino momento in cui compie l'atto incriminato.

Inevitabile, a questo punto, il comunicato nel quale in sindaco si rammarica per l'accaduto, parlando di una "istintiva e umana reazione" agli insulti provenienti da una parte degli ultras.

A prescindere dalle implicazioni politiche che può avere il gesto di un rappresentante delle istituzioni nei confronti di una contestazione, sia anche solo per motivi di fede calcistica, rimane la constatazione che se anche un politico, notoriamente misurato e distaccato come Piero Fassino, si lascia trascinare nella sua veste istituzionale dai bassi istinti da curva, è forse arrivato il momento di celebrare il funerale della Politica, quella con la P maiuscola.