"Ucciso per sbaglio e trovato con la pistola in mano, con i suoi stessi assassini che testimoniavano il suo suicidio". Quanti articoli di cronaca nera sono iniziati in maniera simile? Fin troppi, lascito di un mondo dove si vendono più armi che fiori. Non ci si stupisce nemmeno più. Ma forse adesso stupirà trovare una frase del genere non tra notizie di omicidi e rapine, bensì tra resoconti di partite e corse! Perché quanto scritto poco sopra è un paragone per esprimere quanto successo tra il 1993 e il 2005, 12 anni che hanno ucciso e umiliato il grandissimo Ayrton Senna!

"A uccidere Senna, non è stata sola la Williams FW16! A uccidere Senna sono stati in tanti, senza premeditazione. Sono stati i tanti diversi protagonisti di questo sport che così tanto ci appassiona! Quell'uomo che si è schiantato contro il muro alla curva del Tamburello era un uomo avvilito, confuso, offeso. Per la prima volta nella sua carriera non era stato ascoltato, per la prima volta aveva trovato progettisti gelosissimi della loro creatura e computer-dipendenti, e tutto questo dopo un periodo molto aspro con tanti altri protagonisti di questo mondo, attori di una tragedia lunga mesi e con differenti atti. In ognuno di questi atti c'è una parte della tragedia."

Questo è quanto scritto da un giornalista presente ad un processo protrattosi per 8 anni e che ha portato al niente.

Niente! E questo grazie all'omertà e alla disonestà di tante persone rimaste più o meno nell'ombra, molte delle quali stanno lavorando tutt'ora su un'auto da corsa in completa tranquillità, con la coscienza a posto. Ma cosa successe dalle 14:17 di quella maledetta domenica assolata di inizio maggio?

L'incidente

Senna chiude il giro con alle spalle Michael Schumacher, lanciato verso il Tamburello con il motore che urla...e il piantone dello sterzo che si sta spezzando.

Si, Ayrton è morto per questo. A tal proposito ogni dubbio viene fugato dalle immagini della on-board camera, pulite e ingrandite dall'azienda italiana Cineca, di cui si allega un fotogramma (il bottone giallo è stato evidenziato al computer): presi come punti di riferimento il suddetto bottone giallo e un particolare sulla razza del volante, ne sono state tracciate le traiettorie durante le sterzate (verde per il bottone e rossa per la razza).

Si nota che il bottone giallo si sposta costantemente dalla traiettoria fissa che percorre, fino a scendere di qualche centimetro poco prima della rottura del piantone. In quel momento infatti la colonna dello sterzo si sta fratturando e il volante si è spostato, portando ad una diversa posizione del bottone. Ciò che avvenne dopo è una triste storia di sfortuna e pianti. L'interrogativo è: perché parlare quindi di svenimenti, o di detriti, o di sovrasterzi, o di forature, o di rotture di sospensioni? Semplice. Perché ogni dato relativo all'incidente è stato fatto sparire.

Mentre il rottame in cui morì Senna veniva portato mestamente ai box, Charlie Whiting concedeva al team Williams di analizzare le due centraline della vettura (cosa gravissima visto che per legge non andava toccata fino alla presa in consegna da parte delle forze dell'ordine) che furono rimosse dall'addetto al parco chiuso, tal Fabrizio Nosco, che dichiarò: "Erano intatte anche se avevano qualche graffio.

I due dispositivi sembravano essere sopravvissuti all'urto". Una venne consegnata ai motoristi francesi della Renault, l'altra venne affidata ai tecnici Williams per "evitare situazioni pericolose per il secondo pilota, Damon Hill". Un mese dopo, la stessa venne riconsegnata per essere analizzata in vista del processo...ma ci fu poco da analizzare: la centralina era semi-distrutta, come presa a martellate. Al processo, 3 anni dopo, venne anche notato che su 20 microchip, gli unici danneggiati erano i due che permettevano il mantenimento dei dati anche in caso di interruzione dell'alimentazione. Coincidenza?

Il camera-car

Subito dopo il tragico week-end di Imola furono in parecchi a sostenere di aver visto le riprese dell'on-board camera, tra cui Bernie Ecclestone, per poi ritrattare subito.

Per lungo tempo si visse nella certezza che quelle immagini non esistessero. 5 mesi dopo, l'emittente televisiva brasiliana TV Globo trasmise quelle riprese estese fino al momento dell'impatto. Tutti si dichiararono sorpresi della scoperta, ma ai giudici venne presentato un filmato che si interrompeva pochi secondi prima dell'impatto per poi riprendere con una visuale sulla Ferrari di Berger, ma solo dopo 14 secondi di strani disturbi sullo schermo. Come se qualcuno avesse volutamente oscurato le fasi più drammatiche e compromettenti dell'incidente. Per loro sfortuna, i pochi frame precedenti all'interruzione sono bastati per notare lo spostamento anomalo del volante.

"L'abitacolo era molto stretto, c'era poco spazio, per quanto mi riguarda.

Nel mio caso il problema riguardava il troppo spazio tra me e il volante. Credo anche per Senna." Questo è quanto dichiarato da Damon Hill, la seconda guida della Williams, lo stesso che anni dopo liquidò la fine di Ayrton come "un errato constrosterzo". In ogni caso, la prima dichiarazione è interessante: per ridurre lo spazio tra il pilota e il volante i progettisti della FW16 allungarono la colonna dello sterzo, intervallandola con una prolunga spessa 18 mm, 4 meno dello spessore del piantone. Ad Imola fu proprio quella a cedere, e si nota chiaramente dalle immagini scattate da Angelo Orsi sul luogo dell'incidente, in cui si vede un tubo attaccato al volante spezzato in corrispondenza di una zona di minore spessore.

Il primo a notare questo dettaglio fu Gabriele Tarquini, ex-F1 attualmente impegnato nel WTCC, che ha recentemente dichiarato: "Sfogliavo Autosprint e vidi quelle foto. Già ero poco convinto delle spiegazioni fornite subito dai tecnici...Incominciammo ad indagare perchè la cosa non aveva convinto nessuno degli addetti ai lavori. Ripeto: le spiegazioni date non stavano in piedi. Qualcuno sapeva e non voleva parlare...Nei dati del computer si scoprì che il volante del brasiliano faceva le bizze già da qualche giro: un'assurdità se si pensa che è una delle parti che non deve avere "gioco"...Si infuriò pure Alboreto e ne disse di tutti i colori a chi di dovere. Al processo eravamo presenti, dopo aver letto certe balle non ci aspettavamo di sentirle ripetere davanti ad un giudice...

Troppi lati oscuri in questa vicenda hanno infangato la memoria di Ayrton, è stata una vera schifezza."

Persino il peggior ingegnere sa che, aumentando la lunghezza di un tubo, aumenta anche il carico che deve sopportare, e che quindi deve essere necessariamente irrobustito, non spezzato e prolungato alla "bell'e meglio". Forse si tratta dello stesso ingegnere che ha volutamente trascurato i dati telemetrici, che urlavano disperatamente "Il piantone sta cedendo!". E forse è lo stesso tecnico che ha danneggiato la centralina della FW16, che ha rimosso buona parte di quanto ripreso dalla telecamera vicino al casco di Magic e che in sede di tribunale ha costantemente supportato la teoria della "spanciata" o della "foratura", convinto che non ci fossero prove per dimostrare il contrario.

E invece ci sono...e sono eloquenti! Ayrton Senna è stato ucciso, ridicolizzato, minimizzato da questa persona...o da queste, chissà.

Ma per ognuna delle persone che hanno ucciso e si sono lavate le mani sporche di sangue brasiliano, ce ne sono migliaia, milioni, che tengono in vita e nobilitano una delle figure più belle, umane e mistiche della storia dello sport! E molte di queste si sono unite al Tamburello alle 14:17 del 1 maggio 2014, ognuna con il cuore in Brasile e una lacrima sul volto.