Tutta l'attenzione dei media è focalizzata sulle chiacchiere dei politici. Sembra che la soluzione alla crisi economica possa scaturire miracolosamente durante una puntata di Porta a Porta o altro noioso talk show. La triste verità è ben altra: i politici, da Renzi a Grillo passando per Berlusconi, non hanno la più pallida idea di quale siano le soluzioni al problema. La mappa 1 indica la localizzazione dei distretti industriali delle principali attività tradizionali, la mappa 2 quelli dei 25 tecnologici.
Quante di queste attività produttive sono direttamente collegate all'utilizzo delle risorse del territorio circostante? Per esempio, le concerie di Arzignano (VI) e di Santa Croce Sull'Arno (PI) utilizzano i pellami, forniti dagli allevamenti locali? Gli orafi di Valenza, Vicenza e Arezzo lavorano oro e argento delle miniere italiane? Seconda domanda: le dimensioni di queste aziende consentono loro di essere presenti sui mercati internazionali? Terza domanda: i loro prodotti sono attuali e soddisfano le diversificate esigenze della clientela globale? Unica risposta: no! Infatti, con l'eccezione di alcuni distretti alimentari, le produzioni sono nate da un'idea imprenditoriale non strettamente legata al territorio, che ha prodotto una serie infinita di imitatori, piccole aziende con buone capacità artigianali, ma con scarse doti manageriali.
Conclusione: queste imprese non posso sopravvivere alla globalizzazione, che richiede idee innovative, grandi capacità produttive e competitività su tutti i mercati.
Soluzione? Ripartiamo dal nostro territorio e dalle nostre tradizioni artigianali, rendendole attuali e producendo su larga scala per soddisfare le esigenze di una clientela internazionale. Da dove cominciare? Prendiamo esempio dal distretto dell'occhiale di Belluno. Alla fine degli anni '70, in ogni "sottoscala" del Cadore si producevano componenti per montature. Oggi rimangono poche aziende, ma leader assolute a livello mondiale, in ordine alfabetico: De Rigo Vision S.p.A., Luxottica S.r.l., Marcolin S.p.A., oltre alla Giorgio Fedon e Figli S.p.A., leader nella produzione di astucci per occhiali. Quindi, piccole imprese fate squadra, trasformando un distretto in un'unica grande impresa, formata da tante piccole aziende coordinate in un unico progetto industriale.