Diciamo che essere italiani, sentirci tali, non è che ci riesca poi così bene (al netto di manifestazioni sportive, soprattutto calcistiche, in cui esce fuori il nostro sconsolato "amor di patria").
Gaber cantava "Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono". Siamo condannati ad essere Italiani. Suvvia, una dolce condanna, ma con un retrogusto amaro, aspro, triste.
La solita storia che ci raccontiamo sempre: "Che bel Paese che siamo, abbiamo tutto, il mare, la montagna, il lago, la cucina, le donne più belle, gli amanti migliori". Peccato che il tutto non si traduca in istituzioni all'altezza, da una classe politica restia a cambiamenti epocali (riforma costituzionale) per paura di perdere poltrone, ad una corruzione che dilania il Pil e permea gli uffici del nostro Bel Paese. Già, le istituzioni. Ma non sarà che la colpa è anche nostra? Se c'è chi corrompe, è inevitabile che vi sia un corrotto. Che piaccia o meno, le istituzioni siamo noi, noi a determinarle.
Il sindaco di Corsico vieta "Bella ciao"
Succede che nella cittadina di Corsico (Mi), il sindaco eletto nelle liste di Lega e Centro-destra, Filippo Errante, ha vietato (con un'ordinanza) alla banda municipale di eseguire il brano "Bella ciao" durante la manifestazione del 25 aprile.
Oggi, 25 aprile, data in cui ricorre l'anniversario della liberazione d'Italia dalle truppe nazifasciste, un sindaco vieta che la gente possa festeggiare questa ricorrenza intonando il canto-emblema che accompagnò i partigiani nella lotta per la libertà.
Al di là del colore politico, l'intelligenza tanto quanto la decenza di un individuo, si evince anche dalla capacità morale di riconoscere un fatto di straordinaria importanza appartenente "all'altra sponda" politica.
Impedire ai cittadini di ricordare le migliaia di partigiani che hanno dato la vita affinché i loro figli e nipoti potessero vedere un Paese libero, anche se pieno di contraddizioni e cancrene socio-istituzionali, è una vergogna.
"Una mattina, mi son svegliato, oh bella ciao..."
Come detto, sono rare le occasioni in cui viene fuori il nostro "idem sentire" in quanto Italiani. Sia ben chiaro, anche il 25 aprile siamo capaci di trincerarci dietro posizioni discutibili circa la bontà dell'azione partigiana. Le pagine buie e scure non hanno colore politico, ma il contributo che le truppe partigiane hanno offerto per vedere l'Italia libera, è innegabile e non esiste al mondo che un sindaco vieti ed impedisca alla gente di ricordarlo.
C'è del bello nelle persone e non dobbiamo rassegnarci ad un'epoca buia. La gente di Corsico è scesa in piazza e ha intonato la canzone partigiana per antonomasia. Canzone che non appartiene ai partigiani, ma all'Italia libera, che oggi festeggia. Hanno cantato a squarciagola "Una mattina, mi son svegliato, oh bella ciao...".
La scuola deve formare, sarebbe opportuno istituire un paio di ore di lezione a settimana per studiare la Costituzione, base solidissima da cui tutto deve partire. Sarebbe opportuno avere un tricolore in ogni aula (il tricolore è italiano, non fascista, riappropriamoci dei nostri simboli). Sarebbe bello che tutti conoscessero l'Inno di Mameli, la nostra storia, affinché Corsico resti una pagina isolata, da strappare e lanciare tra le fiamme del camino.
"Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, giovani, col pensiero. Perché lì è nata la nostra Costituzione". Piero Calamandrei
Onore ai Partigiani.