Un tempo c’era Umberto Eco che studiava tv e giornali spiegando letteralmente la funzione dei palinsesti, l’importanza di una notizia ed il linguaggio usato per arrivare ai destinatari finali, ossia i telespettatori. Eco parlava di cultura di massa e mezzi di comunicazione sempre più importanti in una società industriale.

L’intellettuale dedicò un ampio studio all’importanza della Tv soffermandosi sul concetto di persuasione occulta, che tali strumenti operavano anche attraverso la pubblicità  per plasmare le masse.

Opinioni comuni, modelli creati per dare l’impressione di una scelta, in realtà pilotata, quindi imposta dall’alto.

La Tv secondo il semiologo è stata uno dei più potenti mezzi di comunicazione di massa, nonché protagonista del consenso e della politica in questi lunghi anni. Ovviamente con l’avvento di Internet e la nascita dei social, l’asse si è leggermente inclinato, e se prima valeva la regola dell’Ipse dixit, qualcosa è profondamente cambiato per quanto concerne l’utilizzo di strumenti attraverso i quali tutti ci connettiamo. Verrebbe da dire tutti connessi in rete, tutti disconnessi dalla realtà, sostituita da quella virtuale.

Certo è che se Eco fosse vissuto avrebbe trovato il modo di studiare attentamente cosa avviene nel campo della comunicazione attraverso i social, e di come si stiano creando modelli che ci danno l’illusione di vivere in una democrazia compiuta, quando in realtà la nostra è solo una democrazia recitativa. In pratica secondo un saggio di “Emilio Gentile”, esiste un capo che cerca di far breccia nelle masse per governarle. Conquista la massa e non avrai problemi.

Modelli dunque che trovano terreno fertile per guadagnarsi un consenso incondizionato, così come sta accadendo con un leader come Renzi ad esempio. Il premier fonda il consenso sui continui interventi in tv ed usando costantemente i social, attraverso i quali risponde alle numerose domande che gli vengono poste.

La strategia comunicativa è di fondamentale importanza ed anche l’aspetto, ben curato nei dettagli ce lo mostra come un super divo capace di dialogare e dissipare le paure degli italiani, attraverso continui annunci di rassicurazione e di cambiamento.

Ma allora è proprio vero come diceva Eco che i social media ci stanno rimbecillendo, specie ora che attraverso una rivoluzione epocale, diversi sono i nostri modi di comunicare? Se Internet ha avuto ed ha il grande pregio di veicolare notizie provenienti dal mondo in tempo reale, è pur vero che c’è il rischio di fare indigestione di fatti che ci vengono propinati  ogni secondo e così facendo invece di saperle leggere le notizie c’è il rischio che ci scivolino addosso senza colpo ferire.

Sempre più connessi sempre più soli, in un’autoesaltazione che ci dà la sensazione di essere dei premi Nobel, come diceva Eco. In realtà il rischio costante è che avendo abbandonato i luoghi deputati del dibattere come le piazze, ogni decisione calata dall’alto va bene e non essendo capaci di elaborare quanto succede, rimaniamo in balia di chi sa cosa significa avere in mano una centrale d’ informazioni o curare l’immagine di qualche leader, che sfrutta a sua immagine ogni momento di popolarità. Intellettuali cercasi.