La morte di Umberto Eco risale a venerdì 19 febbraio, l'annuncio della famiglia è stato dato in giornata. Lo scrittore nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, viene conosciuto dal grande pubblico nel 1980, quando l'editore Bompiani pubblica quello che forse rimane il suo capolavoro più grande: Il Nome della Rosa. Il libro, diventato best-sellers, riesce a rendere avvincentecon colpi di scena, quasi da thriller, una vicenda tutta permeata da riferimenti eruditi, che traggono origine dai grandi classici. Ed è questa la dote del grande umanista e soprattutto del grande scrittore, riuscire a rendere avvincente ciò che per il pubblico, meno erudito, potrebbe sembrare il contrario.
Dal nome della Rosa al Pendolo di Foucault
Seguendo la sua grande propensione letteraria,Eco continua nel 1988, a stupire la sua ormai infinita moltitudine di lettoricon il Pendolo di Foucault, il romanzo persegue lo stile umanistico erudito, continuando a stimolare il lettore come ne Il Nome della Rosa, a qualcosa in più, che non sia una semplice storia, con un semplice finale, ma qualcosa che faccia riflettere. Lo scrittore ci lascia con l'ultima sua opera, Numero Zero, recentemente pubblicata.
Non solo scrittore ma grande umanista
L'attività di Umberto Eco non si limita solo alla pubblicazione di Libri, ma anche all'insegnamento, nel 2008 infatti viene nominato professore emerito e presidente della scuola superiore di studi umanistici dell'università di Bologna, la sua attività lo vede forte interlocutore o critico di alcuni aspetti del mondo dell'informazione.
Risuonano ancora gli echi della polemica dapprima sullo scemo del villaggio, parlando di TV, ed ancora sulle legioni di imbecilli, parlando del Web.
Eco infatti, mal sopportava il becero utilizzo dei due grandi mezzi di comunicazione ed anche se la sua critica poteva sembrare un poco elitaria, colpiva sicuramente nel segno. Egli era anche un grande professore, quando raccomandava la necessità di preparare le future generazioni ad utilizzare criticamente e pertanto ragionevolmente tali mass media. Un altro pezzo del nostro grande Paese se ne va per sempre, addio Professore!