Notizia del 24 novembre 2015: "Jet russo SU-24 abbattuto dall'aviazione militare turca". Mentre la Russia è impegnata nella campagna a supporto del presidente siriano Al-Assad, Ankara abbatte un velivolo russo, colpevole di aver violato lo spazio aereo turco. Dal punto di vista geopolitico, Russia e Turchia, da sempre, vivono rapporti tesi e sicuramente non di buon vicinato: già nel 2008, in seguito alla guerra contro la Georgia, Putin ha di fatto interrotto l'integrazione del Caucaso avviata da Ankara, mentre con l'occupazione della Crimea, lo stesso presidente russo ha ridisegnato gli equilibri sulle sponde del Mar Nero.

Il Progetto "Turkish Stream"

Come l'Europa ben sa, la Russia è la principale fonte di rifornimento di gas dell'Europa, seguita all'est da Azerbaijan e Iran. Durante il periodo di grande collaborazione economica tra Mosca e Ankara, cioè prima dell'incidente di novembre, Putin aveva esposto ad Erdogan il progetto di "Turkish Stream": un nuovo gasdotto passante per i territori turchi e con la possibilità di avere a disposizione ben 4 rami, che permetterebbero di confluire i gas anche da altri paesi dell'est in Turchia. La Russia, così, oltre a consolidare l'alleanza con i vicini, eviterebbero di far passare il proprio gas nel territorio Ucraino, che in passato ha causato non pochi problemi.

In seguito all'affronto dell'aviazione turca, però, Putin ha deciso di punire Erdogan limitando i rami turchi ad 1, impedendo così di far diventare Ankara l'hub principale di gas del sud Europa.

Lo zampino di Washington

Successivamente al tentato golpe militare del 15 luglio, i rapporti tra Mosca e Washington, che non sono mai stati rose e fiori, hanno subito un drastico ridimensionamento: il governo turco ha accusato gli USA di aver finanziato e persino coperto i principali autori del colpo di Stato, in primis il predicatore Fethullah Gullen, residente, appunto, negli Stati Uniti. Al contrario, sembrerebbe che siano stati i servizi segreti russi ad avvertire Ankara dell'imminente attacco militare, salvando così Erdogan e il suo governo.

Come se non bastasse, i servizi segreti turchi sospettano che la base aerea americana di Incirlik abbia fornito sostentamento ai golpisti.

La Turchia rimane sempre più in bilico, con un piede nella NATO, nella quale costituisce la seconda forza militare, e un piede nello studio del presidente Putin, il quale gli fornisce protezione dai movimenti di insurrezione come il Pkk e le forze dell'Isis.