È arrivato l’annuncio più temuto da tutti i tifosi del Bayern Monaco, della Nazionale tedesca e del bel calcio: all’età di 34 anni, Philipp Lahm si ritirerà a fine stagione 2016/2017, un anno prima della reale scadenza del suo contratto da calciatore professionista.
Lahm, il ‘leader silenzioso’
“Mancano solo alcuni mesi, ma non di più” queste le gelide parole uscite dalla bocca del capitano che ha vissuto da grande protagonista il calcio recente al termine della sua 501esima partita ufficiale con la maglia bavarese che lo ha visto trionfare, ancora, contro il Wolfsburg in Coppa di Germania.
Lahm, inserito per ben due volte nella formazione ideale del campionato di calcio, sia nel 2006 che nel 2010, decide così di porre fine ad una gloriosa carriera cominciata nelle giovanili del Bayern Monaco e terminata, con un breve intermezzo nello Stoccarda, con la stessa maglia di 22 anni fa. Il ritiro viene annunciato dopo aver vinto tutte le sfide che il mondo del calcio gli ha messo di fronte, dalla Bundesliga al Mondiale Brasile 2014 passando per la Champions League nella stagione 2012/2013, sempre da protagonista e da simbolo internazionale di lealtà e correttezza sia dentro che fuori dal campo, oltre che leader indiscusso, seppur ‘silenzioso’, erede della Germania di Ballack.
Ritiri che lasciano segni
Il 2017, già da febbraio, si preannuncia un anno difficile per gli amanti del calcio per quanto riguarda gli addii: infatti, già da qualche giorno, altri campioni internazionali hanno deciso di porre fine al proprio percorso stellare. Uno di questi è il nostro Francesco Totti: certo non è la prima volta che girano voci riguardo il suo ritiro (già nate prematuramente nel 2007), tuttavia questa pare essere a tutti gli effetti l’ultima stagione dell’ottavo Re di Roma.
Anche la Spagna, accompagnata dalla città di Liverpool, dovrà dire addio ad una leggenda, Xabi Alonso, centrocampista con ruolo di regista 35enne che ha fatto la storia di ogni maglia da lui indossata, terminerà la carriera nel Bayern Monaco dove lo aspetta una poltrona dirigenziale del club. Dietro tutti questi nomi di indubbia importanza e rilevanza calcistica, passa un po’ in sordina l’annuncio dell’olandese Royston Drenthe, nipote di Edgar Davids dal quale ha ereditato la capigliatura, da molti etichettato come ‘talento mai sbocciato’.
Il Real Madrid lo preleva nel 2007 dall’Eredivisie olandese insieme a Wesley Sneijder e Arjen Robben, si ritrova a lottare per una maglia contro il giovane e promettente terzino brasiliano Marcelo, il quale non gli concede mai un metro. Ritrovatosi svincolato da quest’estate, a febbraio 2017 all’età di 29 anni decide di annunciare il suo definitivo ritiro dal mondo del calcio per dedicarsi al rap.