Il film "Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente" è uscito nei cinema l'anno scorso. Ne eravamo restati affascinati per il taglio genuinamente laico del regista Daniele Luchetti. Nei giorni scorsi, tale pellicola, divisa in due puntate, è stata trasmessa in chiaro su Canale 5. Un prodotto totalmente italiano del gruppo Mediaset, realizzata da Taodue in 16 settimane di riprese tra Argentina, Germania e Italia, con un cast di attori internazionali e oltre 3.000 comparse.
Si respira una fede vissuta, mentre Luchetti racconta della vita di Jorge Bergoglio, un giovane bonarense con inusitate simpatie peroniste, che ama ballare e che ha una ragazza che vorrebbe sposarlo. Poi la vocazione: la decisione di entrare nella Compagnia di Gesù abbandonando l'idea del matrimonio.
La serie si apre con il Cardinale Jorge Bergoglio (Sergio Hernandez) che giunge a Roma per quello che sarà il Conclave del dopo Benedetto sedicesimo. Il porporato su una terrazza romana a Santa Marta rammenta la sua vita partendo da un ricordo familiare e ricordando la sua lunga esistenza iniziando dai proponimenti di sua madre che gli diceva di seguire le persone che ama.
In quasi tutto il film il Bergoglio giovane prima del Conclave, ha la faccia simpatica di Rodrigo de la Serna, che ci ricorda il giovane Bruno Cremer del commissario di Simenon.
Le gerarchie fermano la partenza di Bergoglio fervente come missionario in Giappone, ma gli conferiscono l'incarico di Provinciale del suo ordine ed in piena dittatura si trova a difendere il pueblo soprattutto nel momento infausto della tratta dei desaparecidos di Videla, salvando molte persone. Negli anni successivi – c'è una seconda confermazione – lo ritroviamo nei pressi di Cordoba vicino ad un popolo minuto ed abbandonato ed in forza di questa pastorale viene elevato a vescovo ausiliario ed è di nuovo a Buenos Aires.
Qui armato solo delle immaginette sacre de la Madonna dei nodi, ritorna vicino alle persone senza casa. Il laico Luchetti ci rappresenta Bergoglio come pastore della sua chiesa coeva che ha il dono del soffrire insieme con il popolo di Dio in cammino. Quel ministro con il sorriso diventerà Francesco, il Papa di tutti, ma non del denaro e delle banche.