Per un Napoli bello da impazzire, vittoria da record a Bologna. Che il Napoli di Sarri fosse in un momento di particolare grazia dal punto di vista del gioco era già cosa nota alla vigilia del match col Bologna di sabato sera ma, che la partita si trasformasse in un trionfo dai valori assoluti, entrando di diritto nella storia dei record della Società Sportiva Calcio Napoli, era invece qualcosa di molto meno prevedibile, soprattutto in seguito alla negativa prestazione (dal punto di vista della concretezza) del turno precedente contro il Palermo al San Paolo.
In sintesi, i principali record ottenuti
- Bologna-Napoli 1-7 è stata la vittoria esterna più ampia del Napoli in Serie A
- 55 gol realizzati nelle prime 23 giornate di campionato
- Capitan Hamsik, con la sua prima tripletta in serie A, raggiunge quota 109 (considerando tutte le competizioni affrontate) in maglia azzurra. Scavalcato Sallustro, si porta a sole 6 reti di distanza dal primatista che è, come noto, Diego Maradona
- Dries mertens raggiunge in solitaria, con la sua tripletta, la vetta della classifica cannonieri di Serie A e, con 16 reti, segna il record di marcature realizzate in una stagione del massimo campionato da un calciatore belga.
Un’altra statistica da record, che ci piace porre in evidenza per mostrare l'efficacia nel Napoli in questo match, è quella relativa ai gol realizzati rispetto ai tiri in porta effettuati dalla squadra: parliamo di 7 reti su 9 tiri effettivi nello specchio rispetto, per esempio, a quanto avvenuto nel match casalingo con il Palermo, durante il quale è stato segnato solo un gol - peraltro favorito da un grossolano errore del portiere avversario - su 10 tiri indirizzati verso la porta avversaria.
Questa concretezza, secondo noi, è stata favorita da due fattori: il primo è stato l’approccio mentale della squadra a questa partita, molto più deciso rispetto alla prestazione precedente; il secondo è relativo all'attuale capacità della squadra di Sarri di saper sfruttare i suoi automatismi tattici anche in fase di contropiede, quando gli avversari lasciano molti spazi in avanti.
Follia al negativo anche in questa gara
Anche questa partita ha avuto, però, la sua nota dolente, che sintetizza la grande differenza che intercorre tra il Napoli di Sarri e le grandi squadre del passato o del presente più costanti e quindi vincenti.
Il problema degli azzurri è racchiuso in quei 3 minuti di follia, tra il 24’ e il 26’ del primo tempo quando, sul 2-0 in favore del Napoli, l’assoluto dominio in campo stava per essere messo fortemente a repentaglio da due episodi che hanno visto protagonista in negativo Josè Callejon, prima con il suo intervento da pallavolista a pochi metri dalla porta che è costato un rigore fortunatamente sventato da Reina, e poi con la sua espulsione comminata un minuto dopo l’episodio sopra menzionato che, di fatto, ha lasciato la squadra in 10 a metà del primo tempo.
Chiaramente non stiamo qui ad accusare il solitamente bravo e diligente callejon, e questo monito vuole essere rivolto al carattere generale della squadra. Il vero gap che c’è tra il Napoli e formazioni come l’attuale Juventus, sta proprio qui: pur giocando meglio, pur ottenendo più occasioni da rete durante la gare grazie ad automatismi tattici in attacco e ad un'ottima fase difensiva, quasi in ogni incontro la squadra si rende protagonista di momenti di assenza mentale ingiustificati che mettono a repentaglio le prestazioni positive.
A Bologna gli arbitri sono stati abbastanza favorevoli al Napoli (vedi espulsione di Masina per un fallo da ultimo uomo che non tutti gli arbitri avrebbero comminato), ma in altre occasioni, senza favori arbitrali o avversari indulgenti, le cose sono andate diversamente.
Quando il Napoli, un giorno, vuoi per la maggiore maturità dei suoi giovani calciatori, vuoi per un lavoro specifico del tecnico indirizzato verso la forgiatura del carattere, finirà di avere questi momenti di black-out, potrà davvero puntare alla conquista di titoli prestigiosi.