Sono ormai mesi che in Italia si parla del fenomeno della "Balena Blu". Nato in Russia è un tremendo gioco che in poco tempo conduce al suicidio. Si cerca in rete un curatore ed il tutto ha inizio. Cinquanta sono i giorni come cinquanta sono le prove da superare che di volta in volta vengono sottoposte all'interlocutore. Gli interlocutori del gioco sono in genere giovanissimi, si va dai 9 anni fino ai 17 anni.

Si inizia con l'incidersi sigle e tagli sulle braccia, all'ascoltare musica funebre, a guardare film horror, ad alzarsi di notte fino alla fine del cinquantesimo giorno in cui il gioco termina con il gesto estremo, il suicidio dell'adolescente, la via del non ritorno.

Come si fa a definirlo un gioco?

Neanche il più sadico degli essere umani potrebbe definire gioco un qualcosa che ruota intorno alla fragilità e debolezza degli adolescenti conducendoli ad una morte certa se nessuno riesce ad intervenire prima. Ma perchè si cade in questa rete, per colpa dei social? No. Anzi, i social contribuiscono ad accrescere il dialogo tra i ragazzi, li conducono a condividere idee e esperienze, speranze e sogni.

Il problema di fondo è che fare il genitore è la più difficile delle professioni, una professione che non può insegnare a nessuno. In una società come questa, in cui la maggior parte delle persone è costretta a correre da mattina a sera per cercare di sbarcare il lunario tra bollette affitti e quant'altro, spesso non viene data la giusta e dovuta considerazione ai segnali di allarme, spesso muti, che i figli inviano o almeno tentano di inviare ai genitori.

E' proprio questo l'aspetto su cui "giocano" i curatori

Fanno sentire importanti i propri interlocutori, dialogano con loro, li rendono protagonisti della propria vita. Tutto quello che inavvertitamente molti genitori, per le più disparate ragioni, non riescono a fare.

Ogni giorno ci sono sempre più campagne di sensibilizzazione ed informazione di fronte a questo pericolosissimo gioco. E' sufficiente collegarsi ad internet, visitare i principali social ed iscriversi ai gruppi di sensibilizzazione che già da qualche tempo si sono creati.

E' necessario che i genitori rallentino i ritmi di questa frenetica vita ed unitamente alle scuole (dove i figli passano la maggior parte del loro tempo) provvedano a dare ascolto ed attenzione a tutti quei segnali che sono il risultato di repentini cambi di umore e comportamento.