Il 5 novembre 2017 si terranno le elezioni regionali in Sicilia: diventa sempre più difficile fare previsioni sull'esito delle stesse. Il clima politico è infuocato, e piovono accuse reciproche, tra i partiti, sulla 'impresentabilità' di alcuni candidati. Il linguaggio è di basso livello e si offre al mondo intero un'immagine, a dir poco, desolante. Siamo al limite della decenza.
La competizione siciliana, per la politica italiana, riveste un carattere importante a livello nazionale, in particolare nel caso in cui il partito di maggioranza relativa dovesse subire un arretramento vistoso. Inizierebbe così un nuovo corso del quadro politico complessivo. I partiti si rincorrono nel proporre progetti innovativi per richiamare l'attenzione degli elettori. Difatti negli ultimi tempi i politici, ciascuno a modo suo, tentano di imitare la proposta dei pentastellati sul diritto di cittadinanza: ultima proposta avanzata da un partito di centro è stata quella del 'diritto di dignità'. Quando i partiti convengono che l'avversario ha toccato un punto giusto col suo programma, bisogna avere il coraggio di riconoscerlo e, sullo stesso argomento, avanzare una proposta equivalente.
Vitalizi e Jus Soli due urgenze da risolvere
La legge sui vitalizi, dopo una prima approvazione alla Camera, trova difficoltà al Senato per la sua definitiva approvazione. Lo stesso dicasi sulla legge del diritto Jus Soli, ancora in difficoltà nonostante una maggioranza possibile in parlamento. A complicare poi il tutto interviene la recente legge elettorale detta 'Rosatellum bis', che non offre sicure prospettive di maggioranza. Si assiste infatti a probabili programmi di coalizioni, contraddittori e trasversali, unico modo per ottenere maggioranze in grado di governare. L'assetto tripolare della politica non offre molte scelte.
Attese sull'aggregazione a sinistra
Tutto questo porterà sicuramente delle difficoltà di aggregazione a Sinistra, che mal sopporta abbracci con le destre o centro destra, che dir si voglia.
La gente comune, di cui noi facciamo parte, mal sopporterebbe un 'listone' da D'Alema a Verdini. Ecco perché questo sconvolgerebbe la sinistra intera, a partire da una buona parte dello stesso PD. Intanto nel PD cominciano 'solo ora' a considerare un allargamento della coalizione a sinistra: a nostro avviso è tardivo. Non solo, ma nulla è cambiato nel PD negli ultimi tempi, le cose procedono come sempre. Per fare le coalizioni, prima si ragiona insieme del programma, ci si confronta e poi la sintesi deve rispettare le varie sensibilità, per essere sicuri del successo. Le furbizie non pagano. La varie anime del PD usano molta prudenza nel sollevare le proprie sensibilità, ma si troveranno difronte il problema a breve e dovranno decidere: la scelta è inevitabile. Solo dopo può partire un discorso di coalizione. Sarà necessario in quella opportunità fare un passo indietro, per progettare insieme il percorso da seguire per il futuro.