L'Italiavuole fare la sua parte nel complicato piano messo a punto da russi,statunitensi e Opac per la distruzione delle armi chimiche siriane.La Farnesina – come riportato cinque giorni fa dal Corriere dellaSera – si è proposta di far transitare e ospitare le sostanze in unporto italiano prima del trasferimento sulla nave americana Cape Ray,dove verranno definitivamente neutralizzate.

"Fontidella Difesa – scrive il principale quotidiano nazionale – parlano di unapprodo civile 'in Sicilia o in Sardegna' mentre ambienti diplomaticiindicano un'installazione militare, comunque in un'area protetta";sulla stessa linea anche le parole del ministro degli Esteri EmmaBonino che "indicano la volontà del nostro Paese di sostenere ilprogramma accettato da Damasco".

Nonè ancora chiaro quanto tempo le armi rimarrebbero sul territorioitaliano (si parla di alcune settimane), ma non si è fatta attenderela reazione della Sardegna che ha rigettato con forza la possibilitàdi farle transitare in uno dei suoi porti.

"Èun'ipotesi che respingiamo con sdegno e con sgomento e che, ovenecessario, contrasteremo in ogni sede possibile",ha scritto il presidente della Regione Ugo Cappellacci in una letterainviata al primo ministro Enrico Letta. "Respingiamoaltresì con la massima indignazione possibile – haaggiunto il Governatore sardo – un mododi pensare subdolo e strisciante che sembra ormai una sorta diautomatismo della politica romana: quello secondo il quale la nostraterra viene sempre indicata per prima quando si tratta di trovare unadestinazione per un carico scomodo"; priorità che non le viene data – ha sottolineato – per questioni giacenti da decenni, come ad esempio quella infrastrutturale e dei trasporti.

"Lascellerata decisione di indicare la Sardegna come possibiledestinazione delle armi chimiche – haconcluso inoltre Cappellacci – rischia ditradursi in un grave danno alla nostra immagine turistica, perchétrasmetterebbe l'idea sbagliata della nostra terra."

Unrifiuto categorico, quindi, a cui ha fatto eco anche l'interrogazioneparlamentare presentata dal deputato del Pd Gian Piero Scanu – erivolta ai ministri di Difesa, Esteri e Ambiente – in cui si chiededi far chiarezza immediata sul percorso che le armi di Assad dovrannofare e in che modo questo coinvolgerà l'Italia e, secondo leindiscrezioni appunto, la regione Sardegna.