Riforma Pensioni, novità ad oggi 27 luglio - Dopo le perplessità espresse nei giorni scorsi da lavoratori e sindacati, anche alcuni tecnici ed esperti del settore non hanno risparmiato critiche alle proposte elaborate dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, in merito alla flessibilità in uscita con ritorno al calcolo contributivo. Così, mentre la riforma sulla rivalutazione delle pensioni è ormai entrata ufficialmente in vigore, superando l'annoso problema dei rimborsi, l'accordo sulla pensione anticipata sembra essere invece ancora lontano e la Uil ha chiesto al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, l'apertura di un tavolo di confronto entro la fine dell'estate.
Il piano Boeri sulla pensione anticipata
In base al piano di riforma elaborato dall'Inps di Boeri, l'età per accedere al prepensionamento potrebbe collocarsi tra i 57 e i 62 anni, con almeno 35 anni di contributi maturati. I lavoratori avrebbero la possibilità di scegliere liberamente se usufruire della flessibilità in uscita, accettando però di rinunciare a una parte dell'assegno che verrebbe interamente ricalcolato con il sistema contributivo. Secondo il presidente Boeri, l'accesso alla pensione anticipata, con questi parametri, non comporterebbe costi eccessivi per la finanza pubblica e non graverebbe sulle generazioni più giovani.
Le critiche alla riforma pensioni dell'Inps
Di diverso avviso sono però i sindacati - secondo i quali la flessibilità in uscita avrebbe un costo inaccettabile, con tagli sull'assegno fino al 34% - e gli esperti del settore che considerano il ritorno al contributivo fortemente penalizzante, con pensioni più basse del 20-30% per 7-10 anni di anticipo.
Stando infatti a quanto dichiarato al Corriere della Sera dall'ex Coordinatrice Generale Statistico Attuariale dell'Inps, Antonietta Mondo, il piano di Boeri sulla pensione anticipata "spalmerebbe il montante maturato in più anni, impoverendo il futuro pensionato che verrebbe sostituito da un giovane con un più basso livello di contribuzione".
Pensioni 2015: novità, dubbi e interrogativi
Intanto l'Unione Europea tiene gli occhi puntati sull'Italia e Matteo Renzi sposta l'attenzione dell'opinione pubblica sulla riduzione delle tasse, con annunci e promesse che - se realizzati - potrebbero sacrificare proprio la riforma pensioni 2015, togliendo coperture e risorse necessarie alla flessibilità in uscita sulla pensione anticipata.
Mentre si aspettano le novità - rimandate ad autunno, con la legge di Stabilità - e ci si interroga su cosa sia preferibile tra la quota 100 del ddl Damiano e il contributivo del piano Boeri, bisognerebbe dunque porsi un'ulteriore domanda: il governo Renzi vuole davvero cambiare la riforma Fornero?