Il discorso di martedì sera per i suoi ultimi due anni in carica è stato costruito su quello che chiama "economia della classe media" e sulla sfida al nuovo Congresso a maggioranza repubblicana. Con un tono battagliero Barack Obama ha annunciato un piano incentrato sulla gratuità dell'insegnamento superiore, sulle nuove protezioni per i lavoratori e su una revisione fiscale radicale che consenta di aumentare i tassi sui redditi più alti per finanziare crediti per la classe media.
Obama ha continuato a martellare con il messaggio che l'economia ed il Paese sono tornati indietro dopo la recessione e due lunghe guerre. Ha dichiarato "Stasera si volta pagina, l'ombra della crisi è passata". Il discorso riflette un presidente incline a cedere terreno sulla scia delle perdite a medio termine del proprio partito, esortando però i legislatori ad unirsi a lui nel perseguire "una politica migliore" a Washington, nonostante il contrasto dei repubblicani del Congresso.
Molto controverso è il piano presentato durante il fine settimana che impone più di 300 miliardi di dollari di aumenti delle tasse in 10 anni, anche per quanto riguarda gli investimenti e le tasse di successione per i redditi più alti, per finanziare gli aumenti del credito d'imposta per la classe media, ad esempio per triplicare il credito d'imposta ed arrivare fino a 3000 dollari per ogni figlio a carico.
Il finanziamento dovrebbe anche pagare un'iniziativa che fornisca gratuitamente il college per due anni agli studenti che mantengano buoni voti.
Segue l'esortazione per aumentare il salario minimo e per nuove misure onde garantire il congedo retribuito per malattia per i lavoratori americani. Da parte dei repubblicani c'è una netta opposizione con l'accusa di avere un approccio sbagliato che non aiuta la classe media e che il suo intento sembra essere solo quello di aumentare le tasse. Il discorso è stato in gran parte riservato a questioni economiche e nazionali, anche se il presidente ha dedicato qualche minuto per affrontare il problema del terrorismo ed in particolare la minaccia rappresentata dallo Stato islamico.
Dopo il recente attacco a Parigi, ha detto di essere moralmente con le vittime dei terroristi: "Continueremo a dare la caccia ai terroristi ed a smantellare le loro reti, e ci riserviamo il diritto di agire unilateralmente, come abbiamo fatto senza sosta da quando ho assunto l'incarico di prendere i terroristi che rappresentano una minaccia diretta per noi ed i nostri alleati".
Sostiene inoltre di aver sostenuto la campagna in Iraq e Siria per fermare l'avanzata dell'Isis, esortando il Congresso ad autorizzare formalmente l'uso della forza militare. Su Cuba un'altra esortazione "ad iniziare il lavoro per porre fine all'embargo".