Questa mattina alle 11 ore italiane il Presidente Russo Vladimir Putin ha dichiarato che la guerra in Ucraina finirà domenica prossima, alle 22 ore italiane. Si tratta di una notizia che aleggiava sin dall'alba, ma che ha subito qualche brutto stop alle 8,30, quando il Presidente ucraino Petro Poroshenko aveva definite "inaccettabili" le condizioni offerte dalla Russia. Il no di Poroshenko aveva fatto eco al diniego dei ribelli ucraini, che poche ore prima avevano detto no all'accordo.
In molti avevano visto in questi stop segnali di allontanamento della tregua armata, ma poi dopo un nuovo summit l'accordo, seppur parziale, è stato raggiunto.
L'accordo siglato prevede oltre al cessate il fuoco entro il 15 febbraio, anche il ritiro dell'artiglieria pesante, l'abbandono del Donbass (una delle zone più disastrate), ma anche la valutazione della situazione militari sul Delbatsevo, fino a tempo fa una roccaforte inespugnabile ucraina divenuta però una delle postazioni più a rischio dopo l'avanzata russa. La zona sarà valutata da esperti militari internazionali. Il documento conterrebbe inoltre l'obbligo di alcune riforme costituzionali da attuare entro l'anno.
L'aver accettato le riforme costituzionali sono state caldeggiate dal Fondo Monetario Internazionale, che questa mattina ha annunciato una serie di aiuti economici a favore dell'Ucraina per un valore di circa 40 miliardi di dollari. Non fanno parte dell'accordo, però, le riforme volte a concedere alle regioni dell'est l'autonomia da Kiev.
Il nuovo accordo raggiunto dal "quartetto Normandia" Hollande, Merkel, Putin e Poroshenko altro non è che un pre-accordo, fondamentale per porre fine alla scia di sangue che solo nelle ultime 24 ore ha provocato 45 morti. Fonti vicini ai negoziati riportano che "sono stati fatti enormi progressi" ma è molto probabile che le trattative vadano avanti anche nelle prossime ore.
Secondo quanto riporta il Telegraph la Merkel non ha rilasciato dichiarazioni, ma la stampa tedesca ha riportato che il governo tedesco ha confermato quanto diffuso dal leader del Cremlino, lasciando però intendere che "ci sia ancora molto da fare". Probabile che ci si riferisca proprio all'autonomia delle regioni dell'est.
Sul fatto che ci sia ancora molto da fare è d'accordo anche François Hollande, che ha tirato un sospiro di sollievo per l'accordo sul cessate il fuoco. "Si tratta di una speranza per l'Ucraina" ha concluso il titolare dell'Eliseo.
Con l'annuncio di Putin le controparti hanno di fatto accettano alcuni punti nevralgici dell'accordo che era stato stilato alle 5,30 di stamane, dopo la lunga maratona di 13 ore che ha visto protagonisti Merkel, Hollande, Putin e Poroshenko.
Il rapporto, scritto in lingua inglese, e contenente 12 punti e intitolato "un pacchetto di misure per l'attuazione dell'accordo di Minsk" era stato rifiutato e sarà ancora oggetto di studio e trattative volte a trovare un accordo totale che veda la definitiva attuazione della pace in Ucraina, già siglata lo scorso settembre, sempre a Minsk.