Tante sono le catene di Sant'Antonio nel mondo profano,e se poi alimentate da un senso di solidarietà indisturbato, diventano solidi circuiti perversi. Questo è il caso del cosiddetto ' mercato del voto ' che già da una buona parte di anni, va in scena nei rioni palermitani , per poi raggiungere i punti terminali del consenso come i partiti e i suoi leader. Il meccanismo sottile e impercettibile delle trame del suffragio irrompe prepotentemente nell'era della comunicazione pubblica di quartiere e attraverso promesse di generi alimentari, ottiene voti e favori, spesso coinvolgendo patronati che si trasformano in veri e propri comitati elettorali.

' Metodo Bevilacqua ' - In occasione della campagna elettorale comunale del 2012 Giuseppe Bevilacqua era stato indagato , e infine arrestato, per voti di scambio ottenuti con le derrate alimentari da destinare a indigenti di quartiere.E così bastava del cibo per consacrare la leadership di un singolo e conferirne autorevolezza. Si calcola circa 150 euro per trenta voti, in pratica 5 euro a voto. I pacchi di pasta venivano venduti o regalati dallo stesso deputato dell'Udc , che li sottraeva ai patronati come i Caf. I banchi alimentari ,alle volte , non gestiti direttamente dalla Caritas, finivano per essere manovrati dalle associazioni di volontariato 'no profit' , particolarmente vicine ai parlamentari.

Per l'inchiesta del 2012 era emersa anche la collusione della mafia. Un certo Calogero Di Stefano avrebbe fatto ottenere a Bevilacqua diversi consensi nei rioni, strappandoli anche con ricatti.

Bevilacqua, Dina, Mineo e Clemente tornano in libertà - Quell'inchiesta di tre anni fa aveva coinvolto anche il deputato dell'Ars Nino Dina e Franco Mineo. I due erano stati arrestati per una presunta compravendita di voti insieme a Bevilacqua. Coinvolto nella vicenda anche Roberto Clemente, deputato regionale del Pid-Cantiere. Oggi, ai quattro deputati compreso Bevilacqua, sono stati revocati i domiciliari. La revoca è stata resa possibile dalla pena restrittiva inflitta ai deputati nel 2012.

Quel filo che lega la mafia alla politica - Giuseppe Bevilacqua, gestendo il pacchetto di voti, intratteneva rapporti anche con figure di spicco della malavita palermitana.

In cambio di consensi, prometteva posti di lavoro e non solo. Il deputato del Pid riceveva anche alcuni finanziamenti per delle associazioni. Una di queste portava in auge proprio il concetto di 'legalità'.