Dopo Cameron e Barack Obama, giovedi sarà il turno di Matteo Renzi che incontrerà il presidente francese Hollande in vista di una grande coalizione nella lotta contro l'Isis. Dopo aver incassato l'assenso del primo ministro inglese, Hollande ha ottenuto l'appoggio anche di Barack Obama che ha dichiarato “L'Isis, nella sua orrenda strategia, non può essere più tollerato, deve essere distrutto".
"Nous sommes tous francais" ha poi detto in francese, il presidente americano.
Sulla crisi Russia – Turchia
Obama ha parlato anche dell'abbattimento del jet russo da parte degli F-16 di Ankara, dichiarando: “La Russia deve spostare l'obiettivo dei suoi interventi per colpire l'Isis e non i ribelli anti-Assad” e ancora “La Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio”.
Previsti incontri con Merkel e Putin
Il giro di “consultazioni” prevede l'incontro con la cancelliera Merkel, mercoledì sera, e con Putin giovedì sera, dopo l'incontro del mattino con Matteo Renzi. L'incidente diplomatico fra Ankara e Mosca, oltre a mettere in imbarazzo la NATO, di cui la Turchia è membro, è guardato con occhio sospetto anche dalla cancelliera, visto l'elevato numero di immigrati turchi presenti in Germania.
Con abilità diplomatica Hollande ha gettato acqua sul fuoco auspicando che la frattura diplomatica non porti ad una degenerazione della situazione ed in questo senso l'incontro con Putin dovrebbe servire a convincere l'alleato a concentrare gli sforzi proprio contro il califfato evitando ritorsioni contro la Turchia, accusata da Putin di essere “complice dei terroristi”.
Giovedì l'incontro con Renzi e il Giubileo che parte l'8 dicembre
Giovedì mattina colazione all'Eliseo per il premier Renzi. La prospettiva dell'Italia nella lotta all'Isis è totalmente differente dal resto dei Paesi dell'Unione. L'8 dicembre Papa Francesco aprirà la Porta Santa di San Pietro per l'inaugurazione dell'anno giubilare.
Se da un lato l'anno santo sarà un'occasione per cercare di riappacificare il mondo, dall'altro l'Italia e Roma sono particolarmente esposte ad eventuali attacchi terroristici. Nonostante il rafforzamento delle misure di sicurezza, volute da Gabrielli e dal ministro Alfano, Roma resta una città da proteggere. Difficile dunque che Renzi dia l'appoggio diretto all'intervento militare in Siria, poiché esporrebbe la città a rischi ancor più elevati, più probabile un appoggio “esterno” che non vedrebbe direttamente impegnata l'Italia nei raid, e che consente a Renzi di sfuggire dall'impegno in prima linea.