Mentre l'approvazione della legge sulle unioni civili è stata rinviata, continuano le infuocate polemiche sul disegno delega contro la povertà, presentato ieri dal governo alla Camera. Immediata è arrivata la smentita e la rassicurazione del ministro del Lavoro, il quale ha precisato che la controversia è del tutto infondata, in quanto non ci saranno tagli alle pensioni di reversibilità.
Giuliano Poletti ha precisato che il ddl sul tavolo in Commissione Lavoro alla Camera, è una proposta necessaria per riordinare le prestazioni previdenziali e assistenziali, per la lotta alla povertà e per l’equità sociale.
Poletti smentisce: nessun taglio
Il ministro ha sottolineato che il governo non vuole cancellare quel diritto sancito dalla Costituzione, e che la polemica è solo strumentale e serve solo a ottenere visibilità. Poletti ha spiegato che la proposta di legge del governo lascia intatti tutti i trattamenti in essere, e che per il futuro non è previsto nessun taglio alla Pensioni di reversibilità.
L’intenzione dell’esecutivo è quella di retribuire equamente con l’abbattimento della previdenza, in base al reddito del coniuge rimasto in vita.Infine, Poletti ha precisato che nel ddl sono stati stanziati 600 milioni nella legge di Stabilità del 2016, e 1 miliardo di euro dal 2017.
A sostegno delle rassicurazioni del ministro è sceso in campo anche il deputato PD, il quale ha attaccato duramente il vicepresidente alla Camera del M5S e lo ha accusato di non conoscere la proposta, e di alimentare solo paure irreali. Stefano Esposito ha spiegato che il governo non pensa di togliere la reversibilità, e ha affermato che il “principino”Di Maio è soltanto preoccupato per il crollo dei consensi, a causa dell'amministrazione disastrosa dei pentastellati.
Damiano contro il ddl povertà
Ad ogni modo, nonostante le rassicurazioni e le smentite di Poletti, continuano le preoccupazioni sul ddl povertà depositato alla Camera ieri, sia delle parti sociali, sia da parte degli esponenti politici. Il presidente della Commissione lavoro della Camera durante il suo intervento ad Agorà su Rai Tre, ha dichiarato di essere contrario alla proposta del governo. L’ex ministro Cesare Damiano ha spiegato che non è possibile razionalizzare un sistema che vale miliardi di euro l’anno con una delega in bianco. Damiano ha precisato anche che si devono separare nettamente i temi previdenziali da quelli assistenziali, e che chiederà che il testo della delega sia cambiato.
Il Melogramo contro Poletti
Non sono mancate le accuse delle parti sociali e di settore contro la proposta dell’esecutivo. La presidente del Melogramo, l’Associazione che si occupa dei diritti delle vedove, si è scagliata duramente contro il ministro Poletti. Amelia Cucci Tafuro ha affermato che sono anni che vogliono cambiare la pensione retributiva contributiva, in assegno assistenziale. Accuse al veleno sono arrivate anche da parte del segretario di Rifondazione Comunista, Ferrero, il quale ha sottolineato che con le pensioni di reversibilità, sta andando in scena la politica renziana alla Thatcher, e ha definito il premier Renzi un “vero criminale sociale”.
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