La partita è aperta, Donald Trump è sul punto di battuta ma, probabilmente, è già in atto quella catena di eventi contrari che potrebbe, in qualche modo, far deragliare la sua corsa verso la nomination repubblicana per la Casa Bianca. Sono scesi in piazza i contestatori, cittadini che non sopportano più le sue dichiarazioni pesanti, molte delle quali dettate da pericolosi pregiudizi razziali.

Intanto nei caucus repubblicani che si sono svolti in Wyoming e Washington DC, il miliardario newyorkese ha dovuto mordere il freno. Sono segnali che potrebbero minare la sua sicurezza ed intaccare quella che al momento sembra una scalata inarrestabile? Lo diranno senza dubbio le primarie del 15 marzo in programma in cinque Stati.

I disordini ai comizi

Prima a Chicago, dove Trump è stato costretto ad interrompere un comizio a causa delle pesanti contestazioni. Poi, dopo aver cancellato un incontro in quel di Cincinnati, "The Donald" ha tenuto un comizio sempre in Ohio, all'aeroporto internazionale di Dayton, dove un giovane ha tentato di salire sul palco ma è stato prontamente fermato dagli agenti del servizio di sicurezza.

Il protagonista di questo gesto di chiara protesta si chiama Thomas Dimassimo ed ha 22 anni. Trump ha manifestato comprensibile preoccupazione anche se subito dopo ha ripreso la sua abituale baldanza. "Ero pronto ad affrontarlo ma è stato meglio che siano stati gli agenti ad occuparsi di lui", ha dichiarato. In realtà le immagini indicano chiaramente il contrario ma a parte questo, lo stesso candidato repubblicano ha poi rincarato la dose, scrivendo in un tweet "quel folle dovrebbe essere in prigione, ha legami con l'Isis". Sul conto di Dimassimo c'è poco o nulla di eclatante, compresi presunti legami con lo Stato Islamico che, a dir la verità, sono piuttosto improbabili. Si tratta semplicemente di uno dei tanti contestatori e non è certamente l'unico.

Dopo Chicago e Dayton, infatti, Donald Trump ha avuto problemi anche a Kansas City dove la polizia è dovuta intervenire per disperdere due folti gruppi di manifestanti, circa duecento persone, che hanno gridato tutta la loro rabbia nei suoi confronti.

Ted Cruz vince in Wyoming

Le brutte notizie per Trump però sono arrivate anche sul fronte politico. Oltre al successo di Marco Rubio ai caucus repubblicani di Washington DC, l'imprenditore newyorkese ha dovuto incassare una netta sconfitta in Wyoming dove Ted Cruz ha vinto con oltre il 66 per cento davanti a Rubio con il 18,5. "The Donald" è stato terzo con il 7,2 per cento. Se davvero la sua marcia verso la nomination rischia di arrestarsi lo diranno le primarie del 15 marzo. Dei cinque Stati al voto, due sono fondamentali: Ohio e Florida.

Nel video, il tentativo di aggressione subito da Donald Trump a Dayton