E' arrivato con una nave salpata dalla Tunisia e diretta a Tripoli Fayez Al-Serraj, il nuovo premier libico designato dal governo di unità nazionale ma non ancora legittimato dal parlamento. Il nuovo esecutivo nato con l'appoggio delle Nazioni Unite, ha stabilito la sua sede provvisoria nella base della marina della capitale libica e risulta protetto dalle forze armate a lui fedeli.
La Libia è un paese relativamente giovane, nato nel 1934 come colonia italiana. Dopo la fine del regime di Maummar Gheddafi nel 2011, la nazione è precipitata nel caos più totale, subendo la frammentazione del suo territorio in più parti, con diverse fazioni impegnate a contendersi la Tripolitania, la Cirenaica e il Fezzan.
Tre governi per 3 premier
Oltre all'esecutivo riconosciuto dall'ONU sono presenti altri 2 governi rivali con sedi a Tripoli e a Tobruk, che di fatto governano rispettivamente le parti est e ovest del paese. Il primo usufruisce della protezione dei miliziani islamici di Khalifa Ghwell, ma non è riconosciuto dalla comunità internazionale.
Il secondo è un governo provvisorio presieduto da Abdallah El Theni che può disporre delle forze armate fedeli al generale Khalifa Haftar, discusso Ministro della difesa e comandante in capo delle forze armate della Cirenaica. Le zone costiere vicino ai pozzi petroliferi sono però in mano all'Isis, che ha stabilito a Sirte il suo quartier generale. Il numero dei miliziani del Daesh presenti sul territorio libico varia dalle 3000 alle 10000 unità: gran parte di essi provengono dalla Siria.
Intanto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ribadito su Twitter che l'Italia è pronta a fare la sua parte per dare una mano al nuovo governo libico di unità nazionale. Se necessario verranno inviati uomini e mezzi, ma su un'ipotetica partecipazione del nostro paese ad un'azione militare congiunta il nostro premier rimane molto cauto, sostenendo ancora una volta come le armi e i bombardamenti non siano gli unici rimedi efficaci per sconfiggere la guerra e il terrorismo.