E’ iniziata con minuto di silenzio per vittime italiane di Dacca la direzione nazionale del Pd, che si è tenuta ieri al  Life Hotel di via Palermo a Roma. Convocata dopo i ballottaggi e rinviata causa Brexit, dura cinque ore e per la prima da quando Renzi è segretario di partito vede salire sul palco tutti i capi delle diverse aree che compongono il Pd. Già in mattinata Bersani aveva lanciato qualche frecciatina al premier.

" Dobbiamo prestare orecchio alla vita comune dei cittadini e darci le forme conseguenti. Il territorio non può essere un posto dove fai solo pedagogia e metti il banchetto per dire quanto sei bravo. Il territorio è la prima scuola".

Ma è durante la direzione che il botta e risposta è diventato più caldo. “Pronto ad ascoltare le vostre, vi offro alcune mie considerazioni. Questa è una comunità che discute. E litiga. Litigano tutti nei partiti, ma altri nel chiuso delle stanze. Loro fingono di essere una falange e appaiono come tali. Noi valorizziamo solo ciò che ci divide”. Con queste parole, Renzi ha scaldato subito i motori. Questa volta non ha proiettato slide ma ben tre video di cui uno sul giocatore Eric Cantona per sottolineare l’importanza del gioco di squadra.

Poi ha aperto un lungo e articolato discorso. Ha parlato di banche, di Dacca, di Brexit, di tasse e di jobs act. E poi ovviamente anche del partito. Non parla però della riforma delle pensioni.

Il referendum

Renzi ha definito il referendum cruciale: "Non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana”. Ed ha aggiunto:  “Se vince il 'sì', si chiude la stagione delle riforme e inizia il futuro del Paese”. Ma: “Se vince il no, c'è qualcuno che pensa che il presidente del Consiglio, e io credo anche il Parlamento, possano non prenderne atto?". Tradotto: si va tutti a casa. E chi lo accusava di personalizzare il voto di ottobre ha risposto: “Il referendum non riguarda me, ma riguarda il Paese".

Ad oggi sono state raccolte 400 mila firme, ne mancano centomila all'obiettivo, ma il premier si dice ottimista.

Le critiche dell’opposizione e la risposta di Renzi

Gianni Cuperlo, leader di Sinistra dem ha definito miope la relazione di Matteo Renzi ed ha accusato: “E' suonato l'allarme, l'ultimo. Oggi tu sei visto come un avversario da una parte della destra, ed è bene così, ma anche da una parte della sinistra e questo è un dramma per chi è sotto il simbolo del Pd. Senza una svolta, tu condurrai la sinistra italiana ad una sconfitta storica". “Sono davvero preoccupato quando vedo un racconto di noi che non è quello reale. Il tema è che questo partito è la più grande speranza per l'Europa, sta facendo cose straordinarie e anche facendo errori, certo.

Vi ho dato la disponibilità a cambiare dove si può ma è inaccettabile non avere consapevolezza della gravità della partita che sta su di noi". Così Renzi ha replicato alla  minoranza interna.

Il conte Ugolino

Renzi ha risposto anche a chi chiede il ruolo di segretario da quello di premier: "Se volete cacciarmi vincete il congresso. La stagione in cui qualcuno dall'alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita; no alla strategia del Conte Ugolino". Il Conte Ugolino della Gherardesca è un personaggio storico.Di famiglia ghibellina, grazie all’alleanza con i Guelfi divenne podestà della Repubblica marinara di Pisa. Nel 1288 per mano di una rivolta popolare, il conte fu rinchiuso nella Torre della Musa assieme ai figli ed ai nipoti.

E lì morì di fame. A lui Dante dedica il trentatreesimo canto dell’Inferno della Divina Commedia, ripercorrendo l’agonia che lo portò alla morte e lo strazio di veder morire i suoi eredi, fin quando: “Poscia, più che ‘l dolor, potè ‘l digiuno”. In molti hanno letto nel verso allusioni al cannibalismo. Tuttavia per l'interpretazione 'classica'  il digiuno è la morte per fame.