Il consigliere regionale e capogruppo di SEL in regione Friuli Venezia Giulia, Giulio Lauri, in un intervista uscita questo 22 agosto sul quotidiano locale Il piccolo di Trieste annuncia che voterà SI al referendum costituzionale dell'autunno, andando quindi in totale controtendenza con la linea del proprio partito, impegnato sul fronte del NO.
"Ecco perchè voto Sì al referendum"
Ecco le motivazioni che il consigliere di SEL adduce alla propria scelta di votare SI: "La riforma costituzionale ha un prevalente segno positivo e per questo sono intenzionato a votare SI al referendum. Non è una riforma perfetta, serviva un consenso parlamentare più ampio, ma non siamo certo di fronte al nuovo fascismo: quello è rappresentato dai populismi. Il bicameralismo perfetto ha avuto le sue ragioni storiche, ma oggi è un elemento di rallentamento del processo legislativo e va quindi superato." Poi aggiunge: "L'Italia è rimasta bloccata dai tempi di Berlusconi, dai veti incrociati delle forze politiche e da due camere che fanno la stessa cosa.
E' necessario portare il paese fuori dalla palude anche a costo di convivere con alcune sgrammaticature costituzionali presenti nella riforma"
"Resto in SEL e voglio rifondare un centrosinistra unito e di governo"
Sulle eventuali ripercussioni di questa scelta nel rapporto con il proprio partito, Lauri dice "E' una posizione che ho maturato negli ultimi giorni. So che la mia posizione non è in sintonia con quella del partito, ma avremo modo di affrontare la questione. Non nascondo la contraddizione, ma molti partiti sono attraversati da un dibattito interno su questo. Non voglio uscire da SEL, la mia posizione è in totale sintonia con le ragioni che ne portarono alla nascita: modernizzare l'Italia e rifondare un centrosinistra unito e di governo. Senza un centrosinistra unito vinceranno i populismi, come il M5S e il centrodestra a guida leghista: formazioni con una tendenza ben più autoritaria di quella attribuita a Renzi. Alle ultime amministrative il centrosinistra ha sempre perso quando è andato diviso. Dentro SEL questa posizione andrebbe rivista, serve un progetto comune, lo chiede la stessa minoranza del Pd".
Si tratta di una posizione quella di Lauri che è indubbiamente destinata a far discutere a sinistra e non solo.
In particolare con l'avvicinarsi del congresso fondativo del nuovo soggetto politico nel quale, da quasi un anno SEL ha deciso di confluire, ovvero Sinistra Italiana. Soggetto nettamente schierato in tutta Italia sul fronte del NO al referendum costituzionale. Il congresso del nuovo partito previsto per l'autunno, proprio dopo il referendum, peraltro già deve fare i conti con alcune defezioni eccellenti come quella del Sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il quale non ha neppure partecipato all'ultima assemblea nazionale di metà luglio, assieme a gran parte del gruppo dirigente sardo. Sarà interessante seguire nelle prossime settimane quali sviluppi ci saranno da questo punto di vista.