La campagna elettorale per il Referendum è già iniziata da tempo ma ora si entra nel vivo, considerato che esiste una data precisa. In attesa di sapere se il suo Governo avrà un futuro, coerenza vuole che il premier faccia un passo indietro e si dimetta nel caso in cui gli italiani dicano 'No' alla Riforma Boschi il prossimo 4 dicembre, Matteo Renzi rilancia il tema delle grandi opere e ne rispolvera una di berlusconiana memoria.
Intervenuto nel corso dell'assemblea che celebra i 110 anni del gruppo Salini-Impreglio, il presidente del Consiglio ha prospettato la possibilità che sia costruito il ponte sullo Stretto di Messina.
'Centomila posti di lavoro'
"In questo modo togliamo la Calabria dall'isolamento ed avviciniamo la Sicilia al resto d'Italia", ha sottolineato Renzi nel corso del suo intervento, immaginando l'infrastruttura come parte del completamento della "Napoli-Palermo". "Il ponte sullo Stretto può creare centomila posti di lavoro - ha aggiunto il premier rivolto a Pietro Salini - e se siete nelle condizioni di sbloccare le carte e sistemare qualcosa che è ferma ormai da dieci anni, noi ci siamo".
Secondo la visione del Capo del Governo, l'Italia sta affrontando un cambiamento che oggi parte dalle riforme, "al termine delle quali - ha detto - si può tornare a progettare il futuro". Tra le cosiddette grandi opere, pertanto, priorità al completamento delle infrastrutture nel Mezzogiorno. In proposito Matteo Renzi ha annunciato che il prossimo 22 dicembre la Salerno-Reggio Calabria sarò percorribile senza alcun cantiere. "C'è chi dice che l'Italia è finita - ha detto ancora - ma io penso che il compito della politica sia quello di indicare nuove direzioni".
Storia di un ponte mai costruito
L'idea di collegare con un ponte Calabria e Sicilia è antichissima se si pensa che il primo tentativo è addirittura di epoca romana.
Nei suoi scritti, Plinio il Vecchio ha infatti narrato della costruzione di un ponte di barche e botti voluto dal console Lucio Cecilio Metello nel 251 a.C. per trasportare elefanti e merci sottratte ai cartaginesi dopo la vittoriosa battaglia di Palermo. A parte questo rudimentale espediente, nel corso dei secoli furono pensati diversi progetti per la costruzione di un vero ponte sia in epoca borbonica (1840) che dopo l'Unità d'Italia, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. L'idea dell'opera venne rilanciata nel dopoguerra, anno 1952, dall'associazione dei costruttori italiani in acciaio, ed anche da un concorso nazionale di idee bandito dal Ministero dei lavori pubblici nel 1969.
Dieci anni dopo il Governo Cossiga darà la sua approvazione per la costituzione della "Stretto di Messina spa" e da quel momento, qualunque progetto diventa di competenza della società in questione. Matteo Renzi non è che l'ultimo dei Capi di governo che si sono intestati la possibile realizzazione dell'opera: la lista è piuttosto illustre, da Bettino Craxi che nel 1985 dichiarò che "il ponte sarà presto fatto", a Giulio Andreotti il cui esecutivo nel 1992 presenta il progetto preliminare definitivo. Silvio Berlusconi ne fece un cavallo di battaglia sia durante il suo primo governo nel 1994 che nel corso del suo bis, nel 2001. Nel 2005 la Impreglio spa vinse la gara d'appalto come contraente generale per la costruzione del ponte (offerta di 3,88 miliardi di euro) ma meno di un mese dopo la DIA mise a conoscenza del Parlamento i possibili tentativi di inquinamento mafioso.
Il progetto venne accantonato durante il Governo Prodi e ripreso dallo stesso Berlusconi nel 2008 per poi franare negli anni a venire anche per i mancati finanziamenti comunitari. L'unica opera propedeutica alla costruzione del ponte è stata completata nel 2012 in Calabria e consiste nella variante della linea ferroviaria Cannitello-Villa San Giovanni. Nel 2013 la società "Stretto di Messina" è stata posta in liquidazione.