Un mix di pura fantascienza che prende spunto da molti scrittori in stile Weird Tales. Ci riferiamo a Edmond Hamilton, C.L. Moore, Leigh Brackett ed Henry Kuttner, ma soprattutto a Howard P. Lovecraft. 'Spazio perduto – Cronache degli antichi' è la prima fatica letteraria di uno scrittore piemontese, Marco Manassero, edita da Nexus e di recente uscita.

La trama

In un tempo di gran lunga anteriore alla comparsa dell'uomo sulla Terra, la civiltà marziana è la più evoluta dell'universo conosciuto. I suoi abitanti hanno sviluppato una tecnologia in grado di viaggiare nello spazio alla ricerca di nuove forme di vita e pianeti da colonizzare.

La razza felinoide che popola il pianeta rosso ha scoperto il modo di utilizzare le proprie capacità mentali ed energie per comunicare, plasmare ed entrare in piena armonia con la materia sul piano astrale. I marziani possono vivere millenni e quando le loro anime lasciano il piano terreno possono reincarnarsi in epoche successive.

In una delle esplorazioni spaziali suddette il navigatore Kritol scopre un lontanissimo pianeta abitato da rettili giganteschi.

L'ecosistema di flora e fauna impressiona così tanto gli esploratori marziani e, successivamente, il Gran Re Aleph, da convincerli a clonarlo e reimpiantarlo in un altro pianeta. Viene scelta la Terra, ridotta a un arido deserto dopo la guerra tra marziani e veganiani, in virtù dei suoi immensi giacimenti auriferi. L'oro non esiste su Marte ed è un materiale necessario per alimentare tutte le maggiori tecnologie che ne permettono ricchezza e prosperità.

Negli anni successivi gli scienziati marziani decidono di creare una nuova specie di forma rettiliano-umanoide, lo scopo è quello di inviarla sulla Terra e utilizzarla come manodopera per estrarre l'oro.

Il delirio di onnipotenza della casta dominante marziana in cui si forza la natura e si fa 'il gioco di Dio' sarà la loro rovina. Tra l'aristocrazia del pianeta rosso c'è chi trama per rovesciare il sovrano e, con l'aiuto di un potere oscuro, i rettiliani liberati mentalmente dal giogo marziano verranno utilizzati per scatenare una violenta guerra la cui durata si protrae per secoli.

Tra potere, decadenza ed evoluzione

L'arco temporale di 'Spazio perduto' è molto vasto, ma con l'idea di Manassero relativa a una specie la cui vita è lunghissima funziona alla perfezione.

Mesi, anni e addirittura secoli si susseguono velocemente, non senza scossoni dovuti essenzialmente alle fasi del conflitto interstellare. Quando sembra che una parte possa prevalere sull'altra c'è sempre una leva che ne muta le sorti: la capacità mentale dei marziani si contrappone alla tecnologia scientifica che viene sviluppata sulla Terra grazie anche al supporto di finanziatori e scienziati ribelli del pianeta rosso. Per certi versi la lotta tra il piano astrale luminoso e l'oscurità ricorda il conflitto nella Forza di Star Wars, ma la bravura dello scrittore è quella di accarezzare soggetti già sfruttati ampiamente dal filone e aggiungere qualcosa di nuovo. Il conflitto tra marziani e rettiliani alla fine è l'eterno contrapporsi nella storia dell'uomo tra civiltà che raggiungono l'apice e si incamminano verso una lenta decadenza e altri popoli che si evolvono e chiedono spazio, rendendo inevitabile lo scontro.

Il libro termina con una guerra ancora in corso e un'ombra sul futuro di Marte che, come preannuncia l'autore, porterà alla sua fine. Ma questo è solo il primo capitolo.

Un racconto corale

'Spazio perduto' non ha un vero protagonista, è un racconto corale dove spiccano comunque alcune figure. Tra questi il Gran Re di Marte, Aleph, e il fratello cresciuto alla sua ombra, Toth, che mira a spodestarlo e che si serve del potere oscuro. Ma anche lo scienziato Lorkenoff, la regina Laryl e il citato esploratore Kritol che sembra il protagonista dei primi capitoli, ma in seguito avrà un ruolo sempre più marginale. Sono tutti cardini della storia, ognuno fa la sua parte insieme ad altri personaggi secondari ma a loro volta importanti.

Talvolta in alcuni capitoli ci si sofferma a osservare le cose dal punto di vista di un personaggio, tra flashback e tempo reale. In tal modo viene spezzato il tempo tra un evento e l'altro e si finisce per introdurre inevitabilmente un arco temporale diverso. Manassero alterna descrizione ed azione in modo abile, il racconto 'prende' ma ti lascia anche il tempo di immaginare i personaggi e vivere le vicende con i loro occhi.

L'influenza di Lovecraft

Fortissima l'influenza lovecraftiana nello stile dell'autore, a iniziare dai capitoli denominati 'sogni' che lui sarebbe riuscito a imprigionare nelle pagine. Come Howard Phillips Lovecraft le cui visioni letterarie sarebbero state indotte da sogni.

Inoltre sono tanti gli omaggi e i riferimenti al celebre 'maestro dell'horror cosmico' disseminati in maniera non casuale nel racconto. Come quando lascia intendere che in cunicoli profondi negli abissi della Terra dormano creature più antiche di qualsiasi cosa (i Grandi Antichi) e che altri esseri venuti dallo spazio le abbiano adorate in un passato lontanissimo (le creature con la testa a forma di stella de 'Le montagne della follia'). Ma sono soltanto piccoli riferimenti a 'cose che è meglio lasciar perdere' e il racconto di Manassero alla fine resta orientato a una 'guerra di mondi' piuttosto che al risveglio del Grande Cthulhu. La raffigurazione della Regina dell'Oscurità con la forma di un drago a cinque teste ci sembra invece un omaggio alla divinità caotica della saga fantasy 'Dragonlance' di Tracy Hickman e Margaret Weis.

La 'Terra Cava' è quella di Edgar Allan Poe nella sua 'Storia di Arthur Gordon Pym' o di Jules Verne in 'Viaggio al centro della Terra', così come la leggendaria città di Agarthi o Agartha che avrebbe sede al centro della Terra, anche quella descritta in varie opere letterarie (Alexandre Saint-Yves d'Alveydre o Willis George Emerson). Tutte citazioni che Manassero inserisce nel suo racconto dove la colonizzazione marziana della Terra da lui descritta si intreccia con miti di origine antica ripresi poi da numerosi scrittori di fantascienza e fantasy.