Nel giugno 2015 era Hillary Clinton a dominare la scena, imponendosi come futura e indiscussa leader politica in corsa per la Casa Bianca. Qualcosa è però cambiato in quest'anno. L'avversario più quotato, l'istrionico Donald Trump, ha infatti catalizzato i consensi dell'elettorato repubblicano, ingaggiando un arduo testa a testa fino all'election day dell'8 novembre 2016. Attualmente, a poche ore dal voto, è ancora Clinton a dominare su Trump, con un 48% di consensi sugli appena 44% dell'avversario.

Scandali by Clinton

Due sono gli scheletri nell'armadio di Hillary Clinton: il "Sexgate" del marito Bill Clinton e la fuga di documenti strettamente riservati di qualche mese fa. Fatti legati al passato, che il popolo statunitense sembra dimenticare fino a quando qualche giornale non li rispolvera, facendo gridare per l'ennesima volta allo scandalo. Le ormai pleonastiche difese addotte della candidata democratica sono conosciute in tutto il mondo, tranne - pare - fra gli elettori americani.

Scandali by Trump

Un vero one-man-show. Questo è, al tempo stesso, il pregio e l'eccesso di Donald Trump. Scorribande e battute di pessimo gusto.

Non sembra ci sia altro, se non il fatto che questi ingredienti abbiano alimentato un altalenante andamento dei sondaggi a causa di una recidiva spaventosa da parte dell'uomo dei repubblicani. Sul giro di affari che l'ha reso così ricco, però, pare che nessuno abbia interesse a indagare. Certo, il liberismo stelle e strisce garantisce un cono d'ombra importante anche per chi si accinge a dover governare gli Stati Uniti d'America; cosa che non sarebbe passata altrettanto inosservata in paesi come il nostro.

Le promesse

Il popolo americano, si sa, crede fortemente nel sogno di indipendenza e prosperità. Se da un lato, l'ex segretario di Stato Clinton garantisce una continuità con il lavoro del presidente uscente Obama, seppure con toni più accomodanti e meno dirompenti, il milionario Trump sembra trincerarsi dietro a esigenze di protezione, garantismo, giustizialismo, forse più concrete di quanto la deriva populista potrebbe far credere.

Però le promesse elettorali dei futuri uomo o donna più potenti d'America sono - come sempre, in questi casi - destinate a far eco solo sulle testate dei giornali. L'azione di governo dei prossimi mesi costringerà il futuro presidente degli Stati Uniti a dirimere questioni incalzanti, come la presenza in Medio Oriente e il riassetto del sistema sanitario: urgenze certamente più contingenti delle affabulanti promesse di queste ultime settimane.

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