Matteo Renzi, classe 1975, è il più giovane e noto dei candidati alle primarie. Dopo la laurea in giurisprudenza, inizia il suo percorso politico prima con Prodi, poi con la Margherita di Rutelli, fino alla carica di primo cittadino, a Firenze, nel 2009. Dalla città dei Medici, egli inizia a farsi notare, all’interno del proprio partito, facendosi promotore di un rinnovamento interno, noto come “rottamazione”.

Vince per la prima volta le primarie nel 2013 e l’anno successivo diventa anche Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo la sconfitta del sì, al Referendum Costituzionale del 2016, egli rassegna le dimissioni sia da premier e sia da segretario di partito, ma -a pochi mesi di distanza- decide di tornare alla ribalta per ricominciare un nuovo percorso.

Perché è candidato alle Primarie del PD? Cosa propone?

Il programma di Renzi, per le primarie 2017, si costruisce intorno all’idea del “prendersi cura”, che, a propria volta, si estrinseca su tre fronti: persona, territorio, e futuro. Anche questo candidando, come gli altri due, punta sulla costruzione del benessere del singolo come elemento fondamentale su cui edificare quello collettivo.

Tuttavia, Renzi coniuga la centralità del Welfare con la necessità dei contributi privati, spiegando che così lo Stato può ottimizzare le risorse e agire su più fronti. Questo doppio sostegno, secondo l’ex premier, è applicabile alla ricerca, allo sviluppo, alla sanità, ma è altrettanto spendibile nei processi a tutela del territorio e dell’ambiente. Data la sua precedente esperienza di Governo, il documento programmatico che sostiene Renzi, in questa sfida tutta interna al PD, mette in luce sia i successi conseguiti e sia quelli mancanti, manifestando per questi ultimi la determinazione del candidato a trasformarli in goal.

La necessità per l’Italia di rimanere in Europa

Anche Renzi, come Orlando ed Emiliano, afferma la necessità per l’Italia di rimanere in Europa, mettendola in relazione con il cambiamento geopolitico in corso, avviatosi con l’inizio della presidenza Trump, ma cogliendone al contempo le possibilità.

Sul piano politico, l’elemento che distingue maggiormente la figura del “fiorentino” rispetto ai suoi sfidanti è l’inscindibilità del segretario come leader di governo. Infatti, nel documento congressuale “pro Matteo” si legge: “la leadership che si propone per il Governo del Paese debba essere la stessa che guida il partito”.

Ergo: i votanti sono avvisati e con loro anche la minoranza del Pd. Renzi è tornato sulla scena Politica ed è pronto per le elezioni. Ora non resta che aspettare il 30 Aprile per scoprire se sarà lui, ancora una volta, l’aspirante premier del centro-sinistra.