Dopo la pubblicazione, da parte del "Il Fatto Quotidiano", delle intercettazioni tra Matteo Renzi e suo padre Tiziano nell'ambito del caso Consip, il segretario del Partito Democratico ieri si è difeso e ha spiegato il contesto e ne è uscito, a detta di molti osservatori, anche bene. Oggi, però, il quotidiano diretto da Marco Travaglio rilancia dicendo che in realtà Renzi non ha spiegato alcuni punti.

Intanto il Ministro della Giustizia Orlando ha ordinato una pre-ispezione per la pubblicazione delle intercettazioni della telefonata tra Matteo Renzi e il padre, dello scorso 2 marzo. I due si sentirono il giorno prima dell'interrogatorio di Tiziano in Procura a Roma per rispondere ai magistrati sull'inchiesta Consip. Gli accertamenti del Ministero sono stati avviati per verificare eventuali responsabilità sulla fuga di notizie.

Inchiesta aperta dalla Procura di Roma che indaga sul caso Consip

Ma un'inchiesta è stata aperta anche dalla Procura di Roma per violazione del segreto d'ufficio e pubblicazioni dati di un procedimento penale. "La pubblicazione di quella telefonata è illegittima, qualcuno viola le norme e non siamo noi" questo è l'attacco dell'ex Premier Renzi che nel colloquio invitava il padre a dire tutta la verità sul presunto incontro con l'imprenditore Alfredo Romeo. "Politicamente parlando le intercettazioni mi fanno un regalo" aggiunge ancora Renzi, commentando la pubblicazione.

In realtà, proprio la parte in cui dice al padre di non mentire e di dire tutto e "non come con Lotti (ministro dello Sport, ndr), perché in passato la verità non l'hai detta a Luca (Lotti, ndr) e non farmi aggiungere altro", finisce nel mirino delle opposizioni.

Caso Consip, opposizioni critiche con Renzi

Per i 5 Stelle è la dimostrazione che gli intrighi ci sono stati, Caso Consip come Banca Etruria, attacca il capogruppo alla Camera Roberto Fico, che parla anche di "Cricca al potere". "Renzi e Boschi sono due bugiardi, le due facce dello stesso Governo bugiardo che ha mentito agli italiani per proteggere gli affari di famiglia" rilancia il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Accuse pesanti condivise anche dagli ex PD con Articolo 1.

"C'è un groviglio di relazioni che si è trasferito nel cuore del sistema" dice Pier Luigi Bersani. Ma chi insinua in modo pesante è il senatore Miguel Gotor, sempre di Articolo 1, con un tweet: "Chi lamenta l'uso delle intercettazioni dovrebbe sapere che, se sai di esserlo, si possono trasformare in un ottimo megafono difensivo". Critiche pesanti non condivise da Forza Italia che definisce "un orrore la pubblicazione non autorizzata delle intercettazioni".

Nuove rivelazioni su Tiziano Renzi

Intanto arrivano da un verbale dell'interrogatorio del sindaco di Rignano sull'Arno, Daniele Lorenzini, le ultime rivelazioni sul filone dell'indagine sul caso Consip che coinvolge anche Luca Lotti. Secondo l'accusa, il ministro avrebbe fatto sapere a Tiziano Renzi che era indagato.

Infine, il giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo scrive nel suo libro che, secondo Lorenzini, Renzi senior sapeva da ottobre di essere sotto indagine e temeva di essere arrestato. Tiziano Renzi però, in base all'art. 266 del Codice di Procedura Penale che fissa i limiti di ammissibilità e le ipotesi di reato per cui si può compiere l'intercettazione, non poteva essere intercettato, in quanto il reato di "traffico di influenze" non è previsto dal Codice. Inoltre non è Roma che ha disposto le intercettazioni, ma Napoli, attraverso il NOE, ed è una questione risaputa oramai quella del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (iscrizione nel libro degli indagati del Capitano Scafarto per falso materiale e ideologico nell'inchiesta Consip). Per cui, è facile presumere questa baraonda di prese di posizioni, di accuse e soprattutto di sospetti!