La chiamata alle armi, anzi, alle ramazze, rivolta da Matteo Renzi agli attivisti Pd con le magliette gialle è arrivata il 15 maggio dalla sua pagina Facebook. Domenica prossima, 21 maggio, ha postato il segretario Dem, sono tutti invitati a tornare “in azione nelle zone del Terremoto”. Ovvero nelle quattro regioni (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) colpite dallo sciame sismico dei mesi scorsi e governate, tutte, proprio dal Pd renziano. Questa volta, però, a differenza di quanto fatto a Roma con la ‘monnezza’, almeno nelle intenzioni del ‘ramazzatore’, i volontari in giallo si limiteranno ad “ascoltare, a fare il punto”, senza spalare le macerie ancora presenti, o ricostruire stalle e abitazioni diroccate.
Un’iniziativa che è stata bollata quasi all’unisono come uno spot pubblicitario dagli amministratori locali degli altri partiti, ma anche, e forse soprattutto, da quelli dello stesso Pd, imbufaliti per i ritardi e le falle burocratiche della ricostruzione. Ma vediamo come alcuni di loro hanno accolto la notizia dell’arrivo delle magliette gialle.
Castelli, sindaco di Ascoli: ‘Magliette gialle rischiano le uova, se ci fossero ancora le galline’
La dichiarazione più dura e ‘mediatica’ è forse quella del sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli. Il primo cittadino marchigiano, iscritto nelle file di Forza Italia, scrive una lettera aperta al quotidiano on line Huffington Post in cui si chiede ironicamente “che cosa dovrebbero fare le magliette gialle di Renzi” nelle zone terremotate, se non “campagna elettorale”?
Se dovessero davvero presentarsi, gli attivisti Pd, aggiunge Castelli, rischierebbero di ricevere “le uova, se ci fossero ancora galline tra le macerie”. Secondo il sindaco berlusconiano, “sentire Mattero Renzi che invia le sue magliette gialle alla missione di domenica è come immaginare Erode che propone ai suoi accoliti una mobilitazione per Save the children”.
Non meno caustico di Castelli si dimostra Mario Baroni, sindaco di Muccia (Macerata) eletto con una lista civica, il quale si chiede perché Renzi si accorga solo oggi della drammatica situazione. “Siamo stanchi di questi giochini, Renzi propone un’iniziativa che non serve a niente”, rincara la dose Giuseppe Pezzanesi, sindaco berlusconiano di Tolentino.
La proteste dei politici Pd
Se dall’opposizione politica Renzi non poteva aspettarsi reazioni di segno inverso, sono invece le proteste degli amministratori Pd a fare male. Gianluca Busilacchi, capogruppo Dem alla Regione Marche, protesta per la decisione calata dall’alto via social e annuncia il no del gruppo consiliare alle magliette gialle. Il segretario regionale Francesco Comi invita a tenere un “profilo basso” senza “magliette gialle”. Paolo Petrini, già sindaco di Porto Sant’Elpidio (Fermo) e ora parlamentare, ironizza sulla vistosa divisa dichiarando di vestire “sempre di scuro”. Bolla l’iniziativa come una “idea infelice”, invece, il presidente del Consiglio regionale marchigiano Antonio Mastrovincenzo.
No alle “comparsate” e si alla “concretezza”, chiosa la consigliera Dem al Comune di Macerata Caterina Rogante. E Michele Brisighelli, ex assessore Pd al Comune di Ancona, chiede “in ginocchio e a mani giunte” al segretario di annullare l’iniziativa. La città di Ascoli si schiera al completo contro Matteo perché, dopo il sindaco forzista Castelli, anche Francesco Ameli, capogruppo Pd in Comune, bolla come una “mancanza di rispetto” l’eventuale arrivo delle magliette gialle.