"Sono attonito per quel che è accaduto". Così, in un’intervista pubblicata da La Stampa, ha affermato l’ex-premier Enrico Letta in merito agli ultimi avvenimenti in casa Pd, sui nomi dei futuri parlamentari presenti nelle liste elettorali verso le Elezioni politiche del 4 marzo.
Più renziani e molti meno dalle minoranze: attonito Letta
Liste elettorali Pd che sono state presentate solo da poche ore, ma che hanno già evidenziato una riduzione del numero di candidati provenienti da “correnti” diverse a quella strettamente renziana, una riduzione irrispettosa del “peso” percentuale delle minoranze interne.
Fatto, questo, che ha condotto Letta ad affermare: "Ricevo reazioni indignate da tutta Italia: non mi capitava da tempo". E però questa non è la prima volta. Già in passato, nel 2012, l’allora segretario Pierluigi Bersani presentò una “rosa” di nomi che non rispettava il “peso specifico” delle correnti dem dell’epoca - nella fattispecie, vi fu una lista di candidati dei quali il 61% era bersaniano e il 39% renziano -. Ma l’attuale segretario Matteo Renzi aveva promesso, in una recente Direzione, che quel precedente alquanto infausto non si sarebbe ripetuto. A quanto pare, però, quella “promessa” sarebbe stata infranta, secondo Letta, il quale si è detto "attonito" da quanto accaduto, e ha parlato addirittura di una "vicenda dai contorni tragici", che fatalmente si tradurrà in un aiuto "a Berlusconi e ai Cinque Stelle".
L’irritazione di Minniti e di Orlando
Ma le reazioni avverse di Letta - che, pur essendo ancora nell’orbita Pd non è più iscritto al partito - non sono le uniche. In casa dem forte è l’irritazione dei capi-corrente. Come quella del ministro degli Interni Marco Minniti, che ha visto esclusi dalle liste uomini a lui vicini come Nicola Latorre, Enzo Amendola e Andrea Manciulli. O come quella del Guardasigilli Andrea Orlando, che nella lista non ha letto i nomi dei candidati Andrea Martella e di altri fedelissimi - a rischio anche Camilla Fabbri .
La difesa di Renzi
Dal canto suo, Renzi, in un’intervista rilasciata a Domenica Live di Barbara D’Urso riportata pure dal Corriere, si difende dalle accuse di aver inserito nelle liste solo filo-renziani, sottolineando che vi sia anche qualche nome della società civile, come quello di Paolo Siani, che "viene dalla lotta alla camorra", o come quello di Lucia Annibali, "una persona coraggiosa".
E “fa spallucce”, impegnandosi ora con la campagna elettorale, preoccupato di offrire agli elettori un’immagine positiva del Pd. Tuttavia, i sondaggi sono impietosi, tanto che lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, scrive ancora Il Corriere, si è detto preoccupato: "Un Pd al 20 per cento sarebbe un disastro per l’Italia".