Dalle scorse ore tutti i partiti stanno rendendo note le proprie liste per le Elezioni politiche del 4 marzo. In questo articolo ci soffermeremo su una curiosità particolare riguardante alcuni parlamentari che, ormai tre anni e mezzo fa, fecero una scelta che all'epoca fece piuttosto discutere: lasciarono infatti SEL, partito che si collocava all'opposizione da sinistra, per passare in maggioranza a sostegno del Governo di Matteo Renzi. Il tutto accadde nell'estate del 2014, poche settimane dopo lo straripante successo del Pd alle Europee, quando Renzi era all'apice del proprio successo.
E anche dentro il partito di Nichi Vendola ciò ebbe delle ripercussioni, con una vera e propria scissione operata in particolare da parte di alcuni deputati, che in prima battuta si dettero il nome di LED (Libertà e Diritti), per poi aderire nel novembre successivo al gruppo del PD. In questi anni, nel frattempo, hanno sempre sostenuto i vari Governi di centrosinistra e in gran parte dei casi saranno ricandidati quindi alle elezioni politiche. Vediamo meglio chi sono e soprattutto se e dove saranno candidati.
Saranno almeno 7 gli ex SEL candidati nel PD alle elezioni politiche: eccoli
Il volto più noto della "minoranza di SEL" che decise di abbandonare il partito fu sicuramente l'allora capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, il quale successivamente sarebbe diventato Sottosegretario alla Giustizia.
Alle elezioni di questo 4 marzo, Migliore sarà capolista del PD alla Camera nel collegio plurinominale di Acerra-Pomigliano-Giugliano-Pozzuoli-Ischia, in Campania: con un'altissima probabilità di essere quindi rieletto.
Fra gli esponenti che seguirono Migliore vi fu anche l'ex sindacalista CGIL Titti Di Salvo, che nella seconda parte di questa Legislatura è stata vice-capogruppo del PD alla Camera.
Alla prossime elezioni sarà in lista nel collegio plurinominale del Piemonte che vede come capolista Piercarlo Padoan, ma in quarta posizione: il suo seggio non sarebbe quindi affatto "blindato" ma avrebbe comunque buone possibilità.
Saranno ricandidati nel PD anche altri dei deputati ex SEL. La carrarina Martina Nardi ha un'alta probabilità di rielezione, essendo seconda nel collegio plurinominale proporzionale n.1 della Toscana (Massa Carrara e lucchesia).
Ileana Piazzoni è quarta alla Camera nel plurinominale al collegio 2 del Lazio (dietro fra gli altri ai big Matteo Orfini e Marianna Madia, che dovrebbero "scattare" altrove) e comunque inserita nell'uninominale pure nel collegio 13 del Lazio. Il piemontese Fabio Lavagno è candidato alla Camera nel collegio Plurinominale Piemonte 2 di Novara, Biella e Vercelli al terzo posto dopo Enrico Borghi e Franca Biondelli. Il ciociaro Nazzareno Pilozzi sarà candidato nel listino proporzionale del collegio Roma 1 in quarta posizione ma anche all'uninominale nel collegio Frosinone nord. Il veneto Alessandro Zan, sarà capolista nel plurinominale a Padova.
Un ruolo importante nel PD, dopo l'uscita da SEL, lo ha avuto il siciliano Sergio Boccadutri: dal 2015 è diventato responsabile dell'area Innovazione e in particolare è stato primo firmatario della nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti.
E' stato anche membro della Commissione di vigilanza Rai. Al momento in cui scriviamo non si trovano indiscrezioni sul suo collocamento nelle liste dem, non è quindi da escludersi che alla fine non si ricandidi a queste elezioni, proseguendo la propria attività di dirigente nazionale del PD al di fuori dal Parlamento.
Ma non tutti gli ex SEL fanno parte del PD
Fra chi lasciò SEL nell'estate 2014 vi fu anche Claudio Fava, il quale a differenza di altri non è mai entrato nel PD, riavvicinandosi successivamente alla sinistra: in particolare prima a Sinistra Italiana e poi ad Articolo 1 - MDP. Fino a diventare il candidato unitario della sinistra alla presidenza della Regione Sicilia nel novembre 2017, risultando eletto consigliere regionale.
Pochi giorni fa Fava ha criticato aspramente il processo di costruzione delle liste di "Liberi e Uguali".
Fra coloro che avevano lasciato SEL nel 2014, per seguire Gennaro Migliore, vi era anche l'onorevole Luigi Lacquaniti, classe '66 nativo della Calabria ma bresciano d'adozione. Anche lui aderì al PD nel 2014, ma a differenza di altri provenienti da sinistra non divenne "renziano": al congresso 2017 appoggiò infatti la candidatura di Andrea Orlando a segretario, per poi avvicinarsi successivamente a Campo Progressista di Giuliano Pisapia. Lacquaniti ha annunciato alcune settimane fa la propria intenzione di non ricandidarsi al parlamento e proprio pochi giorni ha è entrato nel comitato scientifico del LIREC, centro studi sulla Libertà di Religione, Credo e Coscienza.