Da alcuni giorni si sta molto parlando di un attacco chimico avvenuto in Siria, precisamente a Douma. Secondo quanto sostengono diversi opinionisti ed analisti, è alquanto probabile che il responsabile di tale attacco sia stato l'attuale governo di Bashar al-Assad ma c'è anche da segnalare che ancora non si hanno prove certe di ciò.

Francia e Inghilterra pronte alla guerra, dietrofront degli Stati Uniti

La notizia dell'ipotizzato coinvolgimento del regime di Assad negli attacchi chimici di Douma è stata seguita dalla reazione di alcune importanti potenze occidentali, dalla Francia alla Gran Bretagna passando per gli USA. Tutte e tre le potenze si sono dette disponibili ad un intervento militare nella stessa Siria, ma ultimamente il governo statunitense si è reso protagonista di un parziale dietrofront.

Difatti, in un recente tweet l'attuale presidente statunitense Donald Trump ha smentito di aver fornito tempistiche precise su un'eventuale offensiva contro lo stesso regime siriano.

Il rischio di un nuovo conflitto mondiale e la crescita delle posizioni non interventiste

Indubbiamente, c'è da dire che con l'intervento militare di Francia e Gran Bretagna la guerra civile siriana rischia di trasformarsi ulteriormente in un conflitto militare di stampo globale e/o nella famigerata 'Terza Guerra Mondiale' di cui ha parlato più volte Papa Francesco.

Tale annuncio di nuovi interventi militari è stato declinato da parte di Italia e Germania, e tale rifiuto dimostra la crescita della posizione non interventista in diversi paesi occidentali e/o facenti parte della Nato. Su ciò, c'è anche da segnalare che il recente dietrofront degli Usa risulta alquanto interessante e conforme a questo trend, specie se si considera che lo stesso Donald Trump aveva affermato nella campagna elettorale di voler rompere con la 'tradizione interventista' tipica dei governi di Bush e di Obama.

D'altronde, c'è anche da dire che su ciò pesa il fallimento degli interventi statunitensi fatti in Iraq e in Libia, interventi che se da un lato hanno posto alla fine di regimi come quello di Saddam Hussein e di Muammar Gheddafi, dall'altro hanno contribuito all'instabilità geopolitica di quei paesi e alla 'tragica e devastante' avanzata di formazioni legate all'estremismo islamico come l'Isis.

Tenendo conto di questi fatti, risulta alquanto comprensibile lo scetticismo dell'opinione pubblica occidentale nel riguardo di un possibile intervento militare in Siria.