All’inizio dell’incontro con Putin il primo ministro israeliano ha ringraziato il presidente russo per la chance di discutere con lui della situazione in Medio Oriente e per i suoi tentativi di risolvere le crisi e rimuovere le minacce in maniera responsabile.
Netanyahu, mercoledì mattina ha sottolineato l’importanza di procedere con il coordinamento tra i vertici militari israeliani e russi.
Già prima di partire per Mosca, il primo ministro israeliano aveva sottolineato l’importanza di coordinare le azioni e condividere le informazioni tra russi e israeliani.
La Russia non dimenticherà il sacrificio degli ebrei durante la II guerra mondiale
“È difficile per me descrivere quanto in profondità sia rimasto impressionato da questa commovente cerimonia in memoria della vittoria sul nazismo”, ha detto Netanyahu a Putin. “Noi in Israele non dimentichiamo neanche per un momento il grande sacrificio del popolo russo e dell’Armata Rossa”.
La risposta di Putin è stata: “Noi non dimenticheremo il significato del vostro sacrificio, di quello di mezzo milione di soldati ebrei nell’Armata Rossa che hanno salvato il destino della Russia, dell’umanità e dei nostri popoli”.
Netanyahu ha aggiunto che adesso, 73 anni dopo quegli eventi, c’è un nuovo mostro che vuole distruggere altri sei milioni di ebrei: l’Iran. Alla fine dell’incontro Netanyahu ha dichiarato che il suo paese preserverà sempre il diritto di intraprendere le azioni necessarie per difendersi.
Israele e Russia sono stati in continuo coordinamento da quando la Russia è intervenuta in Siria in difesa di Assad e contro i ribelli (sia i democratici che l’ISIS). Per la Russia sia la Siria, sia l’Iran sono alleati strategici di primaria importanza. Per Israele, viceversa, l’Iran è il principale nemico, mentre su Assad la posizione potrebbe cambiare in base alle concessioni di quest'ultimo verso i persiani.
Se il leader siriano consentirà attacchi iraniani dal suo territorio verso Israele, lo stato ebraico risponderà sia contro l’Iran, sia contro Assad.
Nuovo strike missilistico israeliano contro obiettivi iraniani in Siria
Tutto questo mentre in nottata l’esercito israeliano si era disposto in stato di massima allerta nel Nord, nella zona delle Alture del Golan, “a causa di irregolari attività delle forze iraniane in Siria”. Erano state avvertite le autorità locali di preparare i rifugi per la popolazione civile. Israele aveva addirittura richiamato i riservisti e disposto ulteriori Iron Dome (sistemi antimissili) al confine con la Siria. Fortunatamente, in mattinata tutto è rientrato.
Resta però l’ennesimo strike missilistico (in un periodo in cui si parla di possibile esclation militare) lanciato da Israele in Siria.
Jet israeliani hanno colpito delle basi (un deposito di armi di Hezbollah e degli iraniani) poco fuori Damasco, colpendo ed uccidendo 15 uomini, tra cui 8 iraniani. Damasco, dal canto suo, ha fatto sapere di aver abbattuto due missili israeliani.
Confronto aspro
Al di là delle dichiarazioni di vicinanza e amicizia in merito al sacrificio ebraico e alle relazioni storiche tra popolo ebraico e russo, il confronto sui temi dell’attualità sembra essere stato piuttosto duro. Putin ha chiesto a Netanyahu di astenersi da nuove azioni destabilizzanti. Per adesso, però, non ci è dato di sapere altro circa le decisioni prese dai due leader privatamente.