L'ultima dimostrazione di amicizia tra Europa e Iran si è manifestata nella giornata di sabato 19 maggio, a Teheran, nel contesto di una conferenza stampa congiunta. L'incontro tra il Commissario europeo per il clima e l'energia, Miguel Arias Canete, e il direttore dell'Organizzazione Iraniana dell'Energia Atomica, Ali Akbar Salehi, ha dato segnali e risultati apparentemente positivi. È stata ribadita ancora una volta la volontà delle parti di preservare l'accordo sul nucleare e i suoi effetti. Salehi ha annunciato alla stampa che l'Unione Europea ha avanzato delle proposte per salvare il trattato sul nucleare (il riferimento e allo statuto di blocco, attivato il giorno precedente) e per utilizzare l'euro, al posto del dollaro, nelle transazioni bilaterali con l'Iran.
La palla all’Europa
Il commissario europeo si è detto sicuro sulla possibilità di salvare l'accordo,anche senza la partecipazione americana. Reuters ha riportato un'affermazione di Canete, il quale avrebbe promesso agli 'amici iraniani' che fin quando Teheran rispetterà gli accordi, l'Europa farà lo stesso. Questo principio è stato ripetuto più volte nel corso delle ultime settimane da parte dei leader europei. L'ultimo in ordine di tempo, come si vedrà, era stato Juncker, a Sofia. La speranza dell'Iran è che l'UE riesca a salvare l'accordo. "La palla è nelle loro mani", ha detto Salehi. Secondo lui, inoltre, la sopravvivenza dell'accordo non è solo questione di interesse nazionale iraniano, ma è interesse dell'intera comunità internazionale.
L'arricchimento dell'uranio
Tuttavia, l'UE avrebbe poche settimane di tempo. Se, viceversa, l'Unione non riuscisse a salvaguardare l'accordo, Teheran sarebbe pronta a prendere i provvedimenti necessari. Tra questi, riportare al 20% l’arricchimento dell’uranio. Ad un livello (quello del 20%) che permetterebbe, in linea teorica, la possibilità di sviluppare armamenti atomici.
Attualmente, infatti, in linea con gli accordi, il livello di arricchimento dell’uranio iraniano si attesta al 3,6% circa. Dal 2015 l'Iran aveva smesso di produrre uranio arricchito al 20% e aveva ceduto la maggior parte delle proprie scorte. In cambio di queste misure, Teheran aveva ottenuto le esenzioni dalle sanzioni che avevano permesso all'economia persiana di tornare a respirare e crescere.
La deadline imposta da Teheran
Il portavoce dell'Organizzazione per l'energia atomica, Behrouz Kamalvandi, ha dichiarato che la visita del commissario europeo per il clima e l'energia ha portato un messaggio positivo alla comunità internazionale e all'Iran. Secondo l'Agenzia di stampa degli studenti iraniani (ISNA), Kamalvandi avrebbe riferito che la data limite entro cui i paesi europei dovranno rispondere alle sanzioni americane, sarà l'8 agosto, esattamente il giorno in cui tali sanzioni entreranno in vigore.
Lo statuto di blocco
In realtà l'Europa aveva già risposto, almeno in linea teorica, alle sanzioni americane. Probabilmente gli iraniani aspettano di vedere i risultati pratici. Il 17 maggio i capi di stato o di governo dell'UE si sono incontrati a Sofia, in Bulgaria, per il vertice UE-Balcani.
In vista di tale vertice, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk aveva assicurato l'impegno di Bruxelles al fine di garantire la salvaguardia del trattato iraniano. Il giorno seguente, il 18, durante la conferenza stampa finale del Vertice di Sofia, Jean Claude Juncker ha annunciato l'entrata in vigore dello “Statuto di blocco”. Lo Statuto di blocco è una norma del 1996, mai usata prima. Era stata ideata per rispondere alle sanzioni americane verso Cuba. L'obiettivo è la difesa delle aziende comunitarie presenti in Iran. Tale meccanismo dovrebbe impedire l'applicazione delle sanzioni americane. Secondo fonti diplomatiche, il meccanismo avrebbe un funzionamento estremamente complicato ma non impossibile da attuare.