"Buoni a nulla, ma capaci di tutto". È così che il deputato di Forza Italia, Renato Brunetta, definisce i membri dell'attuale governo che "in nome del popolo vanno sui balconi a festeggiare il deficit". Secondo il politico veneto, la maggioranza tende ad una pericolosa deriva autoritaria e la manovra non ha alcun requisito per assicurare la crescita del Paese.

Brunetta: "Siamo dentro ad un autoritarismo inaccettabile"

"Siamo dentro ad una deriva autoritaria - afferma Brunetta - Basta sentire Di Maio quando parla del reddito di cittadinanza e della card che sarà usata solo per certi consumi: la pasta sì, le brioches no. Siamo dentro un autoritarismo fascista, inaccettabile e insopportabile".

In merito al Def, dichiara: "hanno creato il caos con l'Europa e con i mercati, dicendo 2,4% con aria sfrontata e autoreferenziale. [Raccontando che] questa è la manovra del popolo per fare spesa corrente clientelare. Evidentemente, però, gli esponenti di governo hanno dovuto scontrarsi con la realtà e con il mondo della finanza, tanto che - spiega il forzista - hanno visto la reazione dei mercati e se la sono fatta sotto".

Dunque, per rimediare: "Conte, il povero Conte, fa marcia indietro a modo suo: sì, no, forse, 2,4% il primo anno, nel 2019, ma diminuiremo gli anni successivi. Non sa, il povero Conte, che quello che conta è il primo anno e che gli altri ne sono un derivato. Non sa, il povero Conte, che conta la riduzione del rapporto debito-PIL che è l'unica variabile a cui guardano i mercati. Non sa che è la variabile che determina il tasso di crescita. E non sa che il tasso di crescita continua a scendere. Già in questo 2018, al posto dell'1,5% siamo all'1%. Confindustria, poche ore fa, ha indicato per l'anno prossimo una previsione dello 0,9% che probabilmente sarà anche peggio. Con quale tasso di crescita si diminuisce il rapporto debito-PIL?

Il povero Tria lo ha detto: ci vorrebbe l'1,6-1,7% tra il 2019 e il 2020. Cioè il doppio del tendenziale. Inoltre, ad accreditare le nefaste stime di Confindustria c'è anche il fattore Eurozona, i cui Paesi hanno tutti un tasso di crescita in riduzione e dove l'Italia ha di solito un punto in meno rispetto alla loro media.

L'ex ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione chiarisce: "Se l'Eurozona sarà all'1,8-1,9%, per l'Italia sarà 0,8-0,9%. E voi, cari signori del governo, con questo tasso di crescita e con un deficit del 2,4% volete ridurre il debito? Ma chi credete di prendere in giro? Ma a chi volete regalare queste fake news? Fatto sta che il testo della nota di variazione del Def non è ancora presente perché si stanno inventando i numeri.

Per fortuna ci sarà l'Ufficio parlamentare di bilancio o un giudice a Berlino a controllarli. E se non ci sarà un giudice a Berlino ci sono i mercati. [Questi ultimi] ci potranno piacere o non piacere, ma in questa fase sono l'unico luogo democratico di controllo di questo governo. Un governo autoritario, con una maggioranza autoritaria che si permette di insultare il Parlamento, che non conosce le leggi, che non conosce le regole e che non conosce la democrazia".

Le previsioni dei futuri deficit sono inverosimili

"[Scalare dal 2,4% per il 2019 al 2% per il 2021] sarebbe una toppa peggiore del buco, perché quello che conta è il primo anno. Gli anni successivi derivano dal primo, che normalmente è un anno di buona volontà a cui spesso segue uno sforamento di 3-5 decimali".

Per meglio spiegare il concetto, il deputato di centrodestra ricorre ad un esempio concreto, sfatando la realizzabilità dei canoni previsti dal Def: "Questo 2018 doveva finire al'1,6%, ma finirà con 2-4 decimali in più che ci porteremo nel 2019. Di conseguenza, è verosimile che il 2019 finisca al 2,7-2,9% anziché al 2,4%. Quindi, come si fa l'anno dopo ad arrivare al 2,2 con la legislazione vigente? A meno che i nostri eroi non dicano che il reddito di cittadinanza, la riforma della Fornero con quota 100 e la flat tax 'omeopatica' non si facciano solo per un anno. Ma siccome non possono dirlo, perché verrebbero rincorsi con i forconi dai propri elettori, dicono una falsità. Sono nel caos mentale e politico".

Brunetta: "Non mi preoccupa il trattativismo, ma le condizioni che ricadranno sui cittadini"

Interrogato sul fatto che, in questo clima di tensione finanziaria, sia opportuno che i politici limitino le proprie dichiarazioni, Renato Brunetta non si trattiene dal rispondere che: "Di Maio può dire ciò che vuole, purtroppo, e oggi [ieri, ndr], anche altre bocche si sono aperte inutilmente", alludendo al question-time di Matteo Salvini in Parlamento. In tale circostanza, il ministro dell'Interno ha dimostrato di "non sapere come funziona il Parlamento", non rispettando il principio secondo cui, in quell'aula, "il governo è ospite, perché questa è una democrazia parlamentare", rimarca il deputato veneto.

Tornando al Def e ai rapporti con la Ue, l'ex Capogruppo alla Camera per Forza Italia ha dichiarato: "Non mi preoccupo del trattativismo della Commissione Europea. Io mi preoccupo dei mercati, dello spread, dei rendimenti delle banche e del credit crunch. Mi preoccupo perché se domani i cittadini andranno in banca non avranno più le stesse condizioni di tre mesi fa per un prestito o per un mutuo. Avranno condizioni peggiori e tassi più alti nei mutui a tasso variabile. Gli imprenditori e le famiglie avranno una restrizione del credito, peggiorerà la loro condizione di vita e quella del Paese. E tutto questo perché c'è un governo di buoni a nulla ma capaci di tutto, dentro ad una deriva autoritaria che minaccia persino la nostra democrazia parlamentare".