Sul naufragio verificatosi nella notte tra il 24 ed il 25 luglio nei pressi di Al Khoms, 120 chilometri a est di Tripoli, in Libia, si è espresso anche Papa Francesco, in occasione della preghiera dell'Angelus di questa domenica mattina.

Questo drammatico evento è stato il peggiore dall'inizio del 2019, secondo quanto affermato dall'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, visto che le vittime ammontano a circa 150 migranti su circa 300 persone a bordo.

Sessantadue corpi senza vita sono stati recuperati in mare nei giorni scorsi, mentre erano invece pieni di lesioni e sintomi di pre-annegamento i superstiti tratti in salvo dalla Guardia Costiera.

L'intervento del Santo Padre

Papa Francesco ha dedicato un ulteriore "accorato appello" ai migranti durante la sua preghiera domenicale a Piazza San Pietro, Città del Vaticano. Il pontefice ha voluto esprimere tutto il suo dolore per la morte delle numerose vittime del naufragio di migranti nelle acque libiche, tra cui molte donne e bambini.

Successivamente ha continuato esortando i pellegrini presenti in Piazza San Pietro e tutti i fedeli, ad unirsi a lui in una preghiera collettiva per le vittime e per le loro famiglie.

Si è anche rivolto alla comunità internazionale affinché intervenga in maniera rapida e risoluta con l'intento di porre fine al succedersi di tragedie come quella appena avvenuta ed in modo che possano essere preservate la sicurezza e la dignità di tutti.

Infine, il Santo Padre ha invitato i fedeli a chiedersi nel profondo del proprio cuore, "Padre, perchè?", esitando a continuare la sua preghiera per alcuni attimi di silenzio e raccoglimento interiore.

Prima della preghiera mariana, papa Francesco ha spiegato il brano dal Vangelo di Luca del giorno, nel quale si racconta come Gesù abbia insegnato ai suoi discepoli la preghiera del Padre Nostro, definita dal pontefice uno dei doni più importanti offerta dal divino Maestro durante il suo alto compito terreno: attraverso essa Gesù ci fornisce il modo più efficace per rivolgerci direttamente a Dio, un dialogo del padre con il figlio e viceversa.

Il Padre Nostro, esperienza di preghiera

Riprendendo il brano tratto dal Vangelo di Luca sul "Padre Nostro", il pontefice ha fatto comprendere ai fedeli come il Figlio di Dio abbia esaudito il desiderio dei discepoli di conoscere una preghiera rivolta al Padre, invitandoli a mettersi direttamente in comunicazione con Dio e sviluppando un'esperienza di preghiera, la voglia e la nostalgia di un rapporto personale. Insomma, secondo lui, Gesù non fornisce una formula astratta, né una maniera pratica per ottenere qualcosa.

Infine, Il pontefice ha paragonato "l'età dei perché" dei bambini per attirare l'attenzione del padre al nostro comune desiderio di soffermarci alla prima parola del Padre Nostro, per far rivolgere su di noi lo sguardo di Dio. Proprio nella paternità e nella stretta relazione che si viene a creare tra Dio ed il credente starebbe, secondo lui, la novità della preghiera cristiana.