Dopo la risoluzione del caso Sea Watch, in cui il Gip di Agrigento ha stabilito che Carola Rackete non doveva neanche essere messa agli arresti domiciliari, lo scrittore Roberto Saviano è intervenuto. Lo ha fatto sia tramite un tweet, sia in un intervento a una presentazione a Milano. In entrambi i casi ha attaccato Matteo Salvini, da lui definito "Ministro della Malavita" e autore di un "giochino lurido".

L'intervento su Twitter contro Salvini

Come ormai ben noto, il Gip di Agrigento non ha convalidato l'arresto di Carola Rackete, capitano della Sea Watch che nei giorni scorsi è stata al centro di aspre polemiche. Lo scrittore Roberto Saviano ha quindi colto l'occasione per richiamare il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, a suo modo di vedere colpevole di comportamenti estremamente sbagliati e anche gravi. Lo ha fatto innanzitutto tramite un tweet. In esso, l'autore ha spiegato che ora si apre una possibilità per un'archiviazione degli atti.

Aggiunge quindi che, dopo il caso Diciotti, è ormai chiaro che il vero avversario del "Ministro della Malavita è la costituzione".

Parole molto dure, che vanno insieme a quelle di un intervento dello stesso Saviano fatto a Milano durante una presentazione.

'Definire Carola una ricca comandante è un giochino lurido, un attentato alla serietà'

A una presentazione a Casa Emergency, a Milano, Roberto Saviano ha quindi attaccato di petto Salvini, commentando le parole del Ministro degli ultimi giorni. Si è detto molto infastidito dall'espressione "ricca Comandante" usata spesso dal leader del Carroccio. A suo modo di vedere è una "furbata", un modo per dare a intendere che i comportamenti della Rackete siano un "privilegio da ricchi", un modo di comportarsi dietro cui non può esservi onestà.

Per questo, definisce un simile "giochino lurido" un vero e proprio "attentato alla serietà".

Saviano quindi ricorda che, al di là della "cialtronata di chi non ha mai lavorato un'ora nella sua vita", il Ministro va ad attaccare chi, piaccia o no, vive comunque del proprio lavoro.

Lo scrittore poi spiega che, dal punto di vista di Salvini, chi non lavora in silenzio, ma osa proporre un'opinione diversa dal consueto, viene subito accusato di far parte dell'élite. Non è dunque una vera questione di classe o di ricchezza, ma solo di posizioni e di opinioni a far scaturire quel tipo di accuse da parte del Ministro.

Per questo motivo Saviano sostiene che molti artisti, cantanti o scrittori, ora rimangono in silenzio: per il timore di ricevere attacchi sui social. Ma, aggiunge, l'unico modo per tirarsene fuori in realtà è proprio prendere posizione. Conclude quindi: "fino a quando permetteremo a questa persona di insultare il lavoro, l'impegno e un scelta etica?"