La possibilità di ricorrere al cosiddetto smart working è uno dei tanti provvedimenti presi in queste ore dal Governo Conte per cercare di fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Lavorare da casa, dunque, e non in ufficio, per ridurre al minimo i contatti diretti tra le persone e, di conseguenza, le possibilità di contagio. Il decreto varato dall’esecutivo giallorosso sarà valido per tutto il territorio nazionale, non solo nelle zone più a rischio del Nord.
Una decisione, quella di utilizzare lo strumento dello smart working, che non ha affatto convinto Diego Fusaro. Il filosofo marxiano e sovranista si dice convinto, infatti, che questa soluzione rappresenti soltanto l’ennesimo inganno del capitalismo contro le classi lavoratrici, costrette in pratica a rinunciare alla loro vita privata e alla loro coscienza di classe.
Il provvedimento con cui il governo introduce lo smart working
Tra le molte misure adottate dal governo Conte per cercare di porre un argine alla diffusione del coronavirus c’è anche, come appena accennato, la possibilità per i datori di lavoro di ricorrere allo smart working, consentendo ai propri dipendenti di fornire la propria prestazione lavorativa da casa invece di recarsi in ufficio o in azienda.
Per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, dunque, su tutto il territorio italiano potrà essere applicato lo smart working. Non solo nelle zone rosse di Lombardia e Veneto.
Fusaro attacca il ricorso al lavoro da casa
Non tutti, però, si dimostrano d’accordo con l’adozione di questa misura che, a prima vista, sembrerebbe favorire i lavoratori, oltre che essere utile per combattere il coronavirus. Tra i maggiori critici del ricorso allo smart working c’è Diego Fusaro. Il pensatore di formazione gramsciana e marxiana, nemico dichiarato dello sfruttamento capitalistico, inserisce proprio in questo quadro la decisione del governo. In un audio pubblicato sui suoi canali social, Fusaro si dice per nulla stupito del fatto che, in questi giorni di emergenza, “il capitalismo riesca a riorganizzare se stesso” allo scopo di adattarsi alla nuova realtà “dettata dal coronavirus”.
‘Smart working termine seducente ma ingannevole’
“La tendenza del capitalismo in fase di riorganizzazione e di adattamento è stata quella, da subito, dello smart working, come lo definisce con un termine seducente quanto ingannevole la neo lingua dei mercati”, dichiara Fusaro. In teoria, con questo sistema, le aziende potrebbero continuare a produrre garantendo al contempo la salute dei propri dipendenti. Un fatto positivo, ma solo in apparenza, riflette Diego Fusaro, perché dietro a tutto questo ci sarebbe ancora una volta “il trionfo della ragion capitalistica”. Insomma, per farla breve, il filosofo sovranista è convinto che, con lo smart working, il capitale “riesce a superare ogni barriera divisoria tra il tempo della vita e il tempo del lavoro”.
In questo modo, il secondo “invade e colonizza” il primo. Inoltre, conclude Fusaro, lo scopo del potere capitalistico nell’attuale momento storico è quello di insinuarsi, attraverso il lavoro da casa “in quello spazio sacro e inviolabile che è la nostra dimora”, isolando in questo modo i lavoratori che, senza contatti diretti tra loro, non potranno mai sviluppare una “coscienza di classe”.