C'è un vento che soffia sulla linea rigorista del governo in vista dell'ipotesi di un nuovo Dpcm. Quello che arriva dalla Germania e dalla decisione di Angela Merkel di optare per il lockdown, nonostante una situazione epidemiologica migliore rispetto a quella italiana. I tedeschi, al momento, sono stati un esempio nella lotta alla pandemia e c'è chi pensa valga la pena far valere lo spirito di emulazione.
Ma è anche quello che si genera con le immagini di assembramenti nei centri storici, una curva che cala a velocità ridotta ed un tasso positivi-tamponi che non fa dormire sonni tranquilli. Il risultato è che, in poche ore, si è passati dal discutere su una possibile deroga sugli spostamenti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno ad una possibile stratta significativa. Il dato di fatto è che, nel governo, c'è una corrente rigorista che proverà a far valere le sue ragioni dinanzi ai rischi di una terza ondata determinata dalle libertà natalizie, frutto di un paese ormai interamente in zona gialla.
Lo scenario potrebbe mutare nei prossimi giorni e con l'appropinquarsi ai giorni di festa. Dato che già esistono tre scenari ipotetici, alcuni dei quali quali puntano ad un allargamento della zona arancione o rossa per tutto il territorio nazionale. Ma occorre andare per ordine.
Ipotesi Dpcm: più scenari sul tavolo, anche lockdown nazionale
Festivi e pre-festivi sono nel mirino di quanti vogliono porre un freno a scene di centri storici pieni all'inverosimile. Il periodo sotto osservazione va, più o meno, dal 21 dicembre al 6 gennaio. Esattamente quello per il quale l'ultimo Dpcm prevedeva il blocco della mobilità interregionale, con intensificazione dei divieti nei giorni del 25 e 26 dicembre, così come l'1 gennaio.
Si sta scoprendo che quelle misure forse non sono sufficienti a scongiurare occasioni di convivialità o di assembramenti. Quindi potrebbe essere innestata una marcia che conduce verso la strada della linea dura.
Oggi si parla di una possibile definizione di una zona arancione nazionale a partire dal 24 dicembre all'1 gennaio. Cosa accadrebbe? Bar, ristoranti e attività di ristorazione chiuse almeno per l'attività in loco, divieto di uscire dai confini comunali per tutto il periodo in questione, ma libera circolazione dentro i confini cittadini.
Coprifuoco anticipato e chiusure: ipotesi non remote
Tuttavia, potrebbe trattarsi di una misura insufficiente. Ecco perché un possibile piano B potrebbe prevedere misure più restrittive, ma in un lasso di tempo ristretto.
Focus, dunque, sulle feste, ponti e weekend. Considerando, dunque, i periodi 24 dicembre - 27, ma anche 31 dicembre -3 gennaio e 5-6 gennaio potrebbe essere istituita una zona rossa nazionale. Il divieto sarebbe, perciò, di uscire di casa senza un motivo valido, oltre a tutte le limitazioni previste ed indicate per la zona arancione.
L'ultima soluzione sarebbe quella in cui le libertà resterebbero maggiori, ma ci sarebbero misure compensative rilevanti. Anche in quel caso, però, chiuderebbero le attività di ristorazione. L'obiettivo è evitare che, soprattutto in periodi in cui molta gente potrebbe non lavorare, diventino occasione di ritrovi. L'altra novità rilevante è che, per quest'ultima soluzione, potrebbe scattare un coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20.
Resta in attesa la posizione dei negozi.
L'eventuale istituzione della zona rossa in precise giornate potrebbe equivalere a chiudere tutte quelle attività che si occupano di vendita di beni non essenziali. Potrebbe, dunque, arrivare un nuovo Dpcm a disciplinare ciò che accadrà nei prossimi giorni.