Il nuovo Dpcm è in vigore dallo scorso 4 dicembre. Tuttavia, le norme con maggiore impatto rispetto a quanto disposto a novembre riguardano il periodo natalizio. Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono state messe in campo una serie di restrizioni finalizzate a limitare la mobilità delle persone, ritenuta uno dei maggiori fattori di rischio in ottica propagazione del contagio da coronavirus. Tuttavia, occorre sottolineare che, anche per quei giorni, non andrà in scena una vera e propria serrata, ma ci saranno una serie di contingenze per le quali sarà possibile muoversi anche tra comuni e regioni.

Per capire le varie situazioni occorre valutarle su più livelli. Uno è rappresentato dalla zona a cui si si fa riferimento, l'altro dalle date. Natale, Santo Stefano e Capodanno identificheranno, infatti, giornate particolari dove sarà inibita la libertà di spostamento tra comuni, salvo comprovate esigenze che vanno viste nel dettaglio.

Dpcm Natale: occorre destreggiarsi nel labirinto di regole

Il primo parametro da verificare in relazione alla propria zona riguarda il colore. Se la zona è rossa, non solo non si potrà varcare i confini comunali, ma sarà vietato anche circolare senza una ragione prevista dal decreto. Qualora, invece, fosse arancione non si potrà andare oltre i confini del proprio comune in qualunque caso che non sia previsto dal Dpcm.

Gli interrogativi iniziano a sorgere nel momento in cui si vive in una zona gialla. E buona parte del territorio, grazie agli ultimi buoni segnali dalla curva del contagio, viaggiano verso questo status.

Successivamente infatti, le linee guida del Dpcm vanno scisse in due parti. I giorni prima del 21 dicembre e quelli dopo il 6 gennaio rientrano nella normativa generale riguardanti le zone gialle.

Dunque ok persino a spostamenti interregionali tra le aree con il minor rischio tra i livelli esistenti.

I provvedimenti ad hoc per il periodo festivo sono, invece, compresi nell'arco temporale tra il 21 dicembre ed il 6 gennaio. In quest'ultimo periodo non si potrà uscire dai confini regionali. Si potranno perciò, ad esempio, raggiungere le seconde case, a patto che queste siano comprese all'interno del proprio distretto regionale.

Le limitazioni più consistenti scattano nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Non si potrà più uscire dai confini del proprio comune e sarà vietato persino ricongiungersi con il nucleo familiare qualora si sia, in altre fasi, spostate verso le seconde case.

Spostamenti tra regioni: cosa dice il Dpcm

Per il periodo natalizio c'è un altro scenario da considerare, quello in cui si parta da una regione diversa. Per muoversi da una regione all'altra, nel periodo tra il 21 dicembre ed il 6 gennaio sarà necessario spostarsi verso un luogo che rappresenta ufficialmente la propria residenza o domicilio. Anche ove questo fosse in una regione diversa da quella di partenza. Come detto, il diritto di rientro può essere fatto valere anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno.

Lo stesso Giuseppe Conte ha sottolineato come il rientro presso il domicilio è sempre consentito.

Se si hanno genitori autosufficienti che vivono in un altro comune, non sarà possibile il ricongiungimento nei tre giorni festivi citati.

Le eccezioni, però, non mancano. Riguardano, ad esempio, i genitori separati che potranno spostarsi anche in comuni o regioni diverse per andare a trascorrere le festività con i figli minorenni anche tra il 21 dicembre ed il 6 gennaio. Questo rientra nel novero delle necessità. Chi vive in una casa diversa dal proprio coniuge o partner per motivi di lavoro, potrà spostarsi per ricongiungersi.

Se c'è un parente o un congiunto non autosufficiente da assistere lo si potrà raggiungere in qualunque destinazione a patto a che a muoversi sia un adulto e, al massimo, i minori di cui si occupa allo stesso modo.

Restano, ovviamente, sempre consentiti gli spostamenti senza limitazioni nel momento in cui essi siano subordinati a comprovati motivi di lavoro, studio o necessità.